Dipinta per la chiesa di San Michele Arcangelo annessa al convento delle Clarisse, la pala presenta la figura monumentale di Chiara, appoggiata a un'alta balaustra. La santa regge un prezioso ostensorio con il quale, secondo la leggenda, mise in fuga i Saraceni, che assediavano Assisi.
L'accento posto sull’Eucaristia può essere messo in rapporto con il dibattito sulle tesi sostenute dai protestanti, confutate dal concilio di Trento (1545-1563). La balaustra potrebbe simboleggiare la solidità della base dottrinale della teologia cattolica in relazione al sacramento eucaristico.
L’estrema chiarezza didascalica e l’impaginazione arcaizzante e austera fanno di quest'opera una sorta di manifesto della pittura ‘riformata’, in linea con le aspirazioni di quel sentimento religioso, sobrio e profondo, che caratterizzò la riforma cattolica.