Affermatosi presso la corte dei Farnese, Bartolomeo Schedoni è ben noto per la maniera in cui seppe fondere spunti dal Correggio, una costruzione geometrizzante delle forme e l'uso del lume diretto e fortemente contrastato. L'idea compositiva che innerva questo San Giovanni Battista ricorre in più di un esemplare per mano dello stesso artista. Il Santo è seduto su una pietra angolare e impugna una canna che, come si evince da altri esemplari simili, doveva terminare a croce prima della evidente decurtazione della tela nella parte superiore. La mano destra del Santo indica l'apparizione profetica di Cristo tra le anse di un fiume, a ricordarci della futura attività del Battista nelle acque del Giordano, con un brano pittorico che trasfigura la meditazione teologica in lirico paesaggio notturno. La tela è databile, per l'impostazione luminosa derivata da Caravaggio e il paesaggio cupo, intorno al 1611-1612, prima degli ultimi capolavori custoditi presso la Galleria Nazionale di Parma.