Satellite San Marco

L'Italia, grazie al progetto San Marco ideato e diretto da Luigi Broglio dell'Università La Sapienza di Roma e alto ufficiale del Genio Aeronautico, è stata la terza nazione al mondo dopo Unione Sovietica e Stati Uniti a portare un satellite in orbita attorno alla Terra. Nel 1964, a soli sette anni dal lancio del primo satellite artificiale della storia da parte dei sovietici (Sputnik 1), il San Marco 1 raggiunge la sua orbita intorno all'Equatore studiando l'atmosfera in una zona mai indagata: un risultato scientifico e tecnologico di grande prestigio. Fino al 1988 vengono lanciati altri quattro satelliti della famiglia San Marco e la Nasa regala il vettore Scout per lanciarli in cambio dei dati raccolti. Tra i parametri scientifici che questi satelliti consentono di misurare ci sono la densità dell'aria ad alte quote, la temperatura e la pressione dell'atmosfera, la sua composizione chimica, la densità della ionosfera, il monitoraggio della radiazione solare, lo studio dei fenomeni dell'alta atmosfera e la loro influenza sul clima della Terra. Tutti i dati sono di grande utilità oltre che per la conoscenza dell'atmosfera anche per la progettazione dei veicoli in rientro dallo spazio, compreso lo Space Shuttle. Il lancio del satellite San Marco C-1, il terzo della serie, si tiene dall'omonimo poligono di lancio italiano (oggi Centro Spaziale Luigi Broglio) nell'Oceano Indiano al largo delle coste del Kenya e composto da due piattaforme oceaniche: quella di assemblaggio e lancio del razzo Scout (Piattaforma San Marco) e quella di controllo delle operazioni di lancio e messa in orbita (Piattaforma Santa Rita). Sulla costa, inoltre, un campo base ancora attivo ospita gli alloggi del personale e le stazioni riceventi dei satelliti in orbita.