Il dipinto narra l’episodio in cui l’Apostolo Pietro resuscita la caritatevole donna, e allude alle opere di dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati e vestire gli ignudi,concetti inseriti nello Statuto del Pio Monte della Misericordi, e compendiati nell’unica voce di soccorrere i poveri vergognosi.
Santafede, principale esponente dell’arte tardo manieristica a Napoli, caratterizzata dalla presenza della tradizione disegnativa fiorentina cinquecentesca fusa nel colorismo veneto, è tra i maggiori pittori attivi a Napoli tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600. L’inusuale affollamento della scena, con la donna circondata da chi aveva ricevuto del bene,alcuni tagli di luce fortemente accentuati, e soprattutto la raffigurazione del nudo di spalle, fanno pensare, tuttavia, ad una meditazione caravaggesca, raggiungendo, però, come consono al suo stile, toni comunicativi mai scomposti.