Notizie più precise della probabile concezione albertiana ci risultano da un disegno del primo quarto del sedicesimo secolo, in cui tale Antonio Labacco schizza la pianta e l’alzato dell’edificio. Non sappiamo se il disegno rappresenti davvero l’idea dell’Alberti. Tuttavia, appare immediatamente il punto chiave della costruzione, ovvero la disposizione a croce greca visibile ancora oggi. Si mostra quindi un pronao aperto ai lati e, nell’alzato, l’aspetto sommario del luogo di culto, mai compiutamente realizzato. Infatti, sul foglio si riconosce una grande cupola, che sovrasta una facciata simile a quella di Sant’Andrea, addirittura con il doppio timpano.