Giulio Romano, ritratto da Tiziano, appare qui accanto al modellino della sua massima creazione, Palazzo Te. Il dipinto, esito della raffinata maestria luministica del pittore di Pieve di Cadore, mostra l’architetto che si rivolge a noi, situati nel luogo del suo probabile committente, mostrando un grande foglio bianco e luminoso in cui appare il progetto abbastanza dettagliato di una costruzione. Per quanto i restauri abbiano depauperato e irrigidito l’opera, resta magnifico il rapporto tra l’architetto e l’ultimo frutto del suo ingegno, delimitato dalle mani che spiccano uscendo da una veste scura e sobria, a sua volta delineata sopra uno sfondo di impatto cromatico simile. Molte ipotesi sono state proposte in relazione al progetto, che non sembra aver mai conosciuto realizzazione. La pianta circolare di questo edificio può rinviare a destinazioni mantovane, ma non solo. Va comunque sottolineato il pezzo di bravura del Tiziano, che accende tutto il quadro grazie all’esplosione luminosa dei toni bianchi su cui è giocata la rappresentazione del progetto. Il viso di Giulio, serio ma sereno, tradisce il rapporto d’amicizia intercorrente fra i due artisti.
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