Si tratta dell'unico autoritratto di Ligabue noto in scultura. Realizzato per e su richiesta di Ugo Sassi di Guastalla, che il pittore e scultore Sergio Terzi - noto come Nerone - ha fatto ingigantire per farne un monumento che ha regalato al comune di Gualtieri e collocato dietro palazzo Bentivoglio, in mezzo al verde. Esiste inoltre una fotografia di Ligabue che lo mostra vicino a questa scultura, posata su un tavolino. Il volto ricostruito ovviamente a memoria, presenta gli occhi che guardano vreso sinistra, come avviene negli autoritratti ad olio. Il modellato accidentato e vibrante, nel quale si distinguono persino le tracce dei polpastrelli che hanno manipolato l'argilla, rende perfettamente le asperità del volto dell'artista, dalle marcate rughe sulla fronte, al volto reso con immediatezza espressiva e puntuale realismo persino nella cicatrice alla tempia dove si feriva per far uscire i cattivi umori ed i pochi capelli sulla fronte. La bocca chiusa, l'aria leggermente tesa e concentrata infondono una lieve malinconia in questo volto che, tagliato sotto il collo, vorrebbe avere una certa pretesa di solennità.
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