E’ opinione comune che questo dipinto sia l’opera più singolare del Baldrighi, nominato primo pittore di corte nel 1756, dopo un pensionamento a Parigi a spese del governo ducale, dove ebbe modo di frequentare gli atelier dei maggiori artisti del momento, come Boucher, Vien, Nattier, La Tour. Per il duca Don Filippo darà prova attorno al 1757 delle sue indiscusse doti di ritrattista nella grande tela del Ritratto della famiglia ducale e all’incirca a quella data si può pensare che abbia per se stesso eseguito questo ritratto privato, dove si mostra con indosso una elegante zimarra da camera a fianco della giovane, bella e dotta moglie americana, Adelaide Nougot, in posa in primo piano, pronta per essere a sua volta oggetto di un ritratto appena abbozzato sulla tela alle spalle dell’artista. Il dipinto appartiene ad un gusto largamente in voga in Francia, condotto con sapienza tecnica e freschezza esecutiva.. All’apparenza sembra un colloquio domestico, una “istantanea” ripresa all’interno dello studio di Baldrighi, ma i tanti oggetti sparsi sono certamente inseriti nel doppio ritratto con intenti simbolici. Il silenzioso dialogo del gatto con il canarino può testimoniare l’amore del pittore, più volte dichiarato, per gli animali, mentre la presenza di un secondo quadro nello sfondo, raffigurante Ercole e Anteo, rimanda al prestigioso ruolo di professore assunto verso il 1760 presso la locale Accademia di Belle Arti.