Dal 2002 al 2005 Ennio Calabria realizza una consistente serie di ritratti su ben ventidue
tele, ispirati a Giovanni Paolo II; la scelta del soggetto come iconografia della collettività, permette ad Ennio Calabria di cogliere una grande quantità di implicazioni emotive
del presente, del passato e anche del futuro. Il concetto di ritratto, nella serie di opere dell’artista, viene in un certo senso snaturato ed al soggetto rappresentato viene conferita una personalità eterea, nella quale il volto va smarrendosi con la pittura sciolta ed i lineamenti dello stesso viso si perdono, dissolvendosi lentamente sullo sfondo. Analizzando nel dettaglio l’opera del 2004 denominata “Un Papa polacco” è possibile percepire un gioco variopinto di colori, in cui la materia pittorica sembra corrosa dal tempo e determina un’intima drammaticità del tracciato. I lineamenti del viso sono sconvolti dalla sofferenza e l’occhio del soggetto sembra cristallizzato, offrendo allo spettatore uno sguardo che è il riflesso di forza dello spirito
paterno. Lo spazio nel quale la figura prende corpo non contiene alcun riferimento storico, conferendo in tal modo importanza al soggetto, inteso come traccia del tempo. Il viso diviene l’elemento unificatore delle coordinate spazio-temporali, all’interno delle quali si struttura il percorso vitale, quindi storico, dell’uomo.
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