Notevole ed anomalo ritratto nella produzione del Ripari è questo grande nudo di ispirazione quasi dannunziana. La donna effigiata, appoggiata allo schienale decorato di fiori di un’elegante poltrona, svela nel suo atteggiamento un erotismo per l’epoca moderno, che supera i modi della Scapigliatura a cui l’artista tendeva. Infatti, la resa del corpo è più dettagliata, quasi fotografica. L’impatto dell’opera non viene poi dal patetismo diffuso che il maestro asolano solitamente usava. Al contrario, la provocante figura resta sospesa tra la fisicità di una bella signora sfaccendata e l’aggressiva seduzione di una modella dai capelli rossi, che riassume in sé echi del lontano passato dell’arte italiana.
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