La squisita bellezza di quest’opera, le sue insolite dimensioni, il contrasto tra la dolce espressione dormiente del Cupido e la robustezza delle serpi che lo accarezzano hanno consigliato alcuni studiosi ad elaborare ipotesi in merito ad attribuzioni diverse, anche altissime. Si è parlato ad esempio della mano di Antonio Lombardo. In particolare, Gianna Pinotti, seguendo le tracce dei Cupidi certamente in possesso di Isabella d’Este e oggi perduti, ha costruito una complessa teoria che collega l’esemplare qui presente all’autore certo di una delle due sculture smarrite, ovvero Michelangelo Buonarroti. Sebbene non esistano prove definitive in merito, il dibattito è comunque aperto.