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Stilfserjoch 24

Walter Niedermayr2007

MAXXI Museo nazionale delle Arti del XXI secolo

MAXXI Museo nazionale delle Arti del XXI secolo
Roma, Italia

The apparent lightness and refinement of the images of Walter Niedermayr subtend a personal dialogue with nature. He has elaborated a discourse that deals, first and foremost, with the consistently imbalanced relationship between nature and human civilisation. In a continuously changing world, Niedermayr sees photography as a possibility to create fractures able to reveal the sequential decomposition of the image within a more complex vision. Niedermayr’s diptychs for "atlante italiano 007. Rischio paesaggio" insist on the romantic idea of a cosmos in which man is merely a guest, a minimal entity forever at the limit between concrete presence and paradoxical insignificance. The photographer sheds light not only on the fragility of mankind in the face of an implacable natural world, but also on his role as the author of the inexorable exploitation of the landscape, subjected to the interminable flows of mass tourism.

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  • Titolo: Stilfserjoch 24
  • Creatore: Walter Niedermayr
  • Durata della vita dell'autore: 1952
  • Nazionalità dell'autore: Italian
  • Luogo di nascita dell'autore: Bozen
  • Genere dell'autore: Male
  • Data: 2007
  • Dimensioni reali: w43 x h18,8 cm
  • Tipo: Photograph: C-print
  • Link esterno: http://maxxisearch.fondazionemaxxi.it/maxxi/collezionifoto/photo/IT-MAXXI-FT0002-0000000715
  • Description (Italian): Dietro l’apparente leggerezza e ricercatezza delle immagini, Walter Niedermayr ha sottointeso un personale dialogo con la natura, elaborando un discorso che riguarda, prima di tutto, il rapporto sempre squilibrato tra questa e l’uomo. In un mondo in continuo mutamento l’artista riconosce nella fotografia la possibilità di creare delle fratture, facendo emergere dalla scomposizione sequenziale dell’immagine una visione più complessa. I dittici che Niedermayr ha realizzato per "atlante italiano 007. Rischio paesaggio" insistono sull’idea romantica di un cosmo dove l’uomo è ospite, un’entità minima sempre al limite tra presenza concreta e paradossale insignificanza. Il fotografo mette in luce non soltanto la fragilità dell’uomo rispetto alla natura implacabile, ma anche il suo ruolo di artefice dell’inesorabile spoliazione del paesaggio, sottoposto al consumo del turismo di massa.
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