L’installazione di Marzia Migliora mira a ripensare il
genere della natura morta con originalità e forza
poetica. Vengono attivati inattesi echi. L’ambiente
creato – visibile solo nel riflesso di uno specchio – è
il reenactment di una fotografia scattata dall'artista
anni prima nella cascina del padre. Vi si accede da
un armadio che custodisce l’Archivio della Memoria:
le fonti preparatorie dell’opera sono svelate da dispositivi
ottici attraverso i quali lo sguardo può “incontrare”
tanti segreti riferimenti storico-artistici.