Il dispositivo meccanico disegnato in alto, di difficile interpretazione, si distingue per l’abbinamento con un regolatore di tipo foliot, sistema impiegato negli orologi per regolarizzarne il funzionamento. Si tratta di un’integrazione degna di nota, che sposta l’idea del motore perpetuo dall’ambito delle macchine operatrici come il mulino, la coclea e la pompa, a quello degli orologi. È un passaggio sintomatico, che proietta il principio del moto perpetuo in un contesto mirato non tanto allo svolgimento di un lavoro ma a un’indagine di tipo teorico. Interessante è il modulo di “coclea combinata” studiato estesamente nel Codice Forster II (f. 54r) e riprodotto in questa dimensione modulare anche nel foglio 473r del Codice Atlantico, che testimonia come Leonardo stesse sondando soluzioni meccaniche e idrauliche allo stesso tempo. Il modello a destra in basso, forse uno studio di quello visto di scorcio, sembra prendere in considerazione l’idea di vincolare le terminazioni dei bracci con stringhe che, con l’apertura del braccio, esercitino una forza di trazione. Il loro impiego non è chiaro; uno dei possibili utilizzi potrebbe essere per anticipare l’apertura dei bracci successivi in modo da superare i punti morti della rotazione. Il disegno in basso a sinistra propone invece lo schema in pianta di un meccanismo azionato da ruote dentate squilibrate da pesetti.