Artista sensibilissimo, ma dalla breve vita, Facciotto è un esponente della cosiddetta Scuola Chiarista, che tra Milano e l’Alto Mantovano crea opere contrassegnate appunto da tinte chiare, accese talvolta da colori più intensi, seguendo prima e dopo la guerra un’ispirazione matissiana. Giuseppe, che fu economo presso l’ospedale psichiatrico di Mantova, è, fra i molti chiaristi, colui che in modo praticamente autodidatta riesce talvolta a raggiungere il capolavoro nelle sue piccole vedute delle colline moreniche o nelle nature morte. L’atmosfera complessiva dei suoi dipinti è quasi elementare, talvolta infantile. Nel quadro che qui ammiriamo il sole è una macchietta arancione che fa capolino oltre le colline e che non porta con sé alcuna luce. Luce che invece si rivela dentro le pennellate che descrivono il paesaggio, in forma approssimativa eppure efficacissima, creando una consonanza musicale tra la natura e l’animo di chi guarda.