Forse rimetidando in chiave tridimensionale l'intuizione pittorica del piatto e della brocca in primo piano nel quadro "Visioni Simultanee" del 1911, Umberto Boccioni ha elaborato una composizione spiraliforme che, da un irregolare ma solido basamento, si innalza verticalmente a formare un insieme equilibrato di pieni e di vuoti, contrapposti su piani obliqui. Con "Sviluppo di una bottiglia nello spazio", l'artista sembra quasi voler sfidare i cubisti sul terreno a loro più congeniale della natura morta e dimostrare che anche a una bottiglia, così frequentemente utilizzata nelle loro opere, si potesse conferire un forte senso dinamico. In questo senso appare significativo che l'artista, poco prima di realizzare questa scultura, avesse deciso di copiare a memoria, nel disegno "Studio di bottiglia e casamenti (tavola + bottiglia + caseggiato) del 1912, la bottiglia dipinta in basso a sinistra nel "Ritratto di D.-H. Kahnweiler" di Pablo Picasso, movimentandola con numerose forme circolari. Dopo essere stato esposto a Parigi (giugno-luglio 1013), Roma (dicembre 1913), Firenze (marzo-aprile 1914), Londra (aprile 1914), San Francisco (estate 1915) e due volte a Milano (dicembre 1916 e marzo 1924), il gesso fu demolito nel 1927 dall'artista Piero da Verona, presso il cui studio erano depositate le sculture di Boccioni fin dalla mostra milanese del 1916. I frammenti, subito recuperati dal giovane Marco Bisi, furono ricomposti e l'opera consegnata al pittore futurista Fedele Azari che decise di far eseguire almeno due copie. È probabile che l'originale sia transitato nella collezione di Filippo Marinetti, che ne commissionò una fusione in bronzo (1931) acquistata dal Museum of Modern Art di New York nel 1948, prima di approdare al Museu de Arte di San Paolo del Brasile nel 1952. Oltre alle successive fusioni del 1949, eseguite da Giovanni e Angelo Nicci e poi giunte a Zurigo (Kunsthaus) e New York (collezione Lydia Winston Malbin), occorre ricordare che il bronzo di "Sviluppo di una bottiglia nello spazio" delle Civiche Raccolte milanesi è stato realizzato nel 1935 dalla fonderia Battaglia-Pogliani-Frigerio e Vecchi di Milano, usando il gesso donato da Ausonio Canavese alla fine del 1934, anch'esso di provenienza Azari. [Massimo De Sabbata]