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gionamenti non servono a niente, in ultima analisi vale solo il rapporto
affettivo e la certezza che esiste e resiste in qualsiasi circostanza.
Mi viene un accidente nel rendermi conto che l'argomento affettivo è una
difesa. Permette di nascondersi che si tratta di un rapporto di forza e
che si sono subiti degli smacchi. Dà un'aura di superiorità in extremis.
Capisco che Anna faccia uscire dai gangheri Alice, come io ho fatto usci-
re dai gangheri Ritva. A conclusione mi ha riferito di avere letto in un
articolo che i bambini dominanti hanno una preponderanza ormonica sugli
altri. Esclamava "Non vedo l'ora che questo fatto sia appurato e non se
ne parli più". Poi specificava che ci sono due tipi di bambini aggressi-
vi: quelli che ribano i gicattoli e quelli che riescono a organizzare
dei giochi attraverso i quali ottengono i loro scopi, questi ulitmi sono
leader-simpatici: io apparterrei a questi ultimi. Le ho fatto notare che
non sono tipo da portare via niente a nessuno, semmai domino attraverso
l'offerta. Li è intervenuto Giulio con l'osservazione che i cosiddetti
dominati a loro volta hanno il potere di paralizzare i dominanti avanzan-
do una "carta coperta", ha usato proprio questa espressione. Che è giu-
stissima: Lidia mi ha dominato cosi. Ritva mi ha offerto l'ancora di sal-
vezza, quell' ancora che li per li non ho potuto accettare. Si è liberata
di me scoprendo la carta, e mi ha permesso di liberarmi dalla paura del-
la "carta coperta" attraverso lo choc di mostrarmi cosa nascondeva. Poi-
che con tutte le amiche è stato cosi, mai più potevo distinguere me stes-
sa come leader, dominante, aggressiva, ecc. Adesso non ho più dubbi che
devo restare sola, è l'unica condizione che mi restituisca a me stessa.
Si, quando c'erano le amiche pra bello, ma non ci dicevemo niente,
e fingere che il problema fosse suneato era un sottinteso pietoso. Il di-
sagio, l'irrequietezza, il senso di essere mantenuta all'oscuro sussiste-
vano e avvelenavano sottilmente i piaceri più spensierati della conviven-
za. Non è possibile aggirare l'ostacolo.
22 mag. Dico delle coscheale mie amate suore non condividono: che orrore,
adesso ho passato davvero il limite e, basta, non mi avrebbero più per-
messo di restare lì. Sono disperata, ma che farci? Non sarei più stata
delle loro. E' notte fonda: il convento di vet trasparente è sparito
nell'oscurità. Non so se le suore mi guardano, mi vedono: la mia stanza
è illuminata. Mi turba che possano osservarmi restando nell'ombra e a mis
insaputa. Ma sotto sotto ho come l'impressione, rassicurante, che si di-
sinteressino di me, che abbiano chiuso con me.
La perfidia è un'altra cosa: io posso essere prepotente, invadente, fur-
ba, bugiarda, ma non implicita al punto da essere perfida, Anche quando
ero in balia di Ritva mi sarei vergognata di manovre subdole. L'orgoglio
guida i miei passi. Così so scendere di mia volontà, diventare umile, ma
non perfida.
Mi passa tutto per la testa: non una cosa o l'altra, ma tutto.
Se non prendo partito nelle mie contraddizioni non ho spazio per vivere.
Vorrei che tutti ni abbandonassero, però non per abbandonarmi, ma perchè
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