Non riconoscendosi nella cultura maschile, la donna
le toglie l'illusione dell'universalità.
Non salterà il mondo se l'uomo non avrà piú l'equili-
brio psicologico basato sulla nostra sottomissione.
Noi cerchiamo l'autenticità del gesto di rivolta e non
la sacrificheremo né all'organizzazione né al proseliti
smo.
Stutiamo su Hegel estate 1970
Coerentemente con la tradizione del pensiero occi-
dentale, Hegel ritiene la donna per sua natura ferma
in uno stadio, a cui egli attribuisce tutta la risonanza
possibile, ma tale che un uomo preferirebbe non esse-
re mai nato se dovesse considerarlo per se stesso.
Abbiamo dovuto at-
tendere millenni perché l'angoscia dell'uomo verso il
nostro atteggiamento finisse di esserci addebitato co-
me un marchio d'inferiorità. La donna è immanenza,
l'uomo trascendenza: in questa contrapposizione la fi-
losofia ha spiritualizzato la gerarchia dei destini. In
quanto parlava il trascendente non poteva nutrire
dubbi sull'eccellenza del suo gesto; e se la femminilità
è immanenza, l'uomo ha dovuto negarla per dare ini
zio al corso della storia. L'uomo dunque ha prevarica-
to, ma su un dato di opposizione necessario. La don-
na deve solo porre la sua trascendenza. I filosofi han-
no davvero parlato troppo: su quale base hanno rico-
nosciuto l'atto di trascendenza maschile, su quale ba-
se l'hanno negato alla donna? E' di fronte all'effica-
cia dei fatti che si risale a una trascendenza e la si con-
sidera come atto di origine, mentre la si nega ove non
ne esista la conferma nel costituirsi di un potere. Ma
considerare la trascendenza dalla conferma nei fatti è
tipico della civiltà patriarcale: come civiltà assoluta
dell'uomo essa ammette tutte le alternative all'interno
di sé, e la donna ne ha subito il condizionamento
proprio nell'essere riconosciuta come principio di im-
manenza, di stasi e non come un diverso tipo di tra-
scendenza che, sotto la spinta di quella maschile, è ri-
masta repressa. Oggi la donna giudica apertamente
quella cultura e quella storia che sottintendono la
trascendenza maschile, e giudica quella trascendenza.
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