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la poesia è diffusissima. Subito mi viene il rimpianto per non avere pubbli.
cato le mie poesie -ormai è una cosa comica- e mi propongo ai farlo appena
a Milano.
Mi sono trovata
tante cose da fare
per ingannare il tempo
(il tempo voleva
ingannare me)
e resistere a non
pubblicare le mie poesie
Non avrei potuto
non credere
a un destino di poeta
(ho potuto non credere
a un destino
di critica d'arte
di femminista)
Mi sarei sicuramente
ingaggiata come poetessa
ge altri me l'avesse offerto
(se me l'avesse invece rifiutato
come avrei potutorisollevarmi?)
Cosi bruciando l'anonimato
la situazione misconosciuta
che è stata la mia vitale
contro la quale lottavo
in segreto per mantenerla
in pubblico
Ogni vita è piena di sorprese, di paradossi, la vita della donna in particola
re, si tratta di rendersene conto. Ho scritto quasi ogni giorno da quando ero
piccola -diari, lettere, meditazioni, appunti, tutto ciò che mi riguardavas M
non ne ero cosciente perchè non scrivevo in veste di scrittrice. D'altra lite
te l'immagine di una ragazza i una donna che dedicava la maggior parte del suo
tempo a scrivere privatamente di sè nell'ambito delle sue relazioni private
mi avrebbe riepita di sgomento, per questo trattenevo fuori della coscienza
11 fatto di scrivere. Di tanto in tanto scrivevo poesie che somigliavano mol-
to ai miei diari, alle mie lettere e non alle poesie che avevo letto. Intorno
al '60 ho scritto prevalentemente poesie per cui non ho potuto ignorare que-
sto fatto. Poi ho cominciato a esercitare l'attività di critica d'arte "come
una attività tutta da inventare" (cosi scrivevo allora): mi piaceva scoprire
e dare risonanza a quegli artisti che meno ce l'avevano e specialmente ai gio
vani esordienti. Mi piaceva cogliere sul nascere il senso di quello che fa-
cevano e che nessuno aveva colto prima di me. E' stata un'impresa notevole
che però mi è riuscita bene, e ci ho trovato molte gratificazioni. Se non è
stato alienante è perchè facevo agli altri quello che avrei voluto fosse fat-
to a me. Amanda Ho smesso quando ho capito che questa reciprocità non c'era e
non ci sarebbe stata. Poichè, tutto sommato, il paradosso, sebbene ancora non
completamente cosciente, cominciava a delinearsis mi ero investita dei pro-
blemi di altri, artisti misconosciuti, che di lì a poco sarebbero stati fin
troppo coccolati e pagati; ma a me nessuno avrebbe dato risonanza, neppure
loro. Adesso so che non potevano, e se quando ho afferrato 11 paradosso mi
sono sentita giocata da loro, col passare del tempo mi sono accorta che non
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