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Taci, anzi parla, Oggetto 171

Carla Lonzi[1977 - 1978 ca.]

La Galleria Nazionale

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Roma, Italy

Stesura dattiloscritta con note manoscritte del testo (inizia da p. 154; mancano le pagine finali); appunti con indicazioni per modifiche o correzioni.

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  • Title: Taci, anzi parla, Oggetto 171
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: [1977 - 1978 ca.]
  • Transcript:
    -854- la poesia è diffusissima. Subito mi viene il rimpianto per non avere pubbli. cato le mie poesie -ormai è una cosa comica- e mi propongo ai farlo appena a Milano. Mi sono trovata tante cose da fare per ingannare il tempo (il tempo voleva ingannare me) e resistere a non pubblicare le mie poesie Non avrei potuto non credere a un destino di poeta (ho potuto non credere a un destino di critica d'arte di femminista) Mi sarei sicuramente ingaggiata come poetessa ge altri me l'avesse offerto (se me l'avesse invece rifiutato come avrei potutorisollevarmi?) Cosi bruciando l'anonimato la situazione misconosciuta che è stata la mia vitale contro la quale lottavo in segreto per mantenerla in pubblico Ogni vita è piena di sorprese, di paradossi, la vita della donna in particola re, si tratta di rendersene conto. Ho scritto quasi ogni giorno da quando ero piccola -diari, lettere, meditazioni, appunti, tutto ciò che mi riguardavas M non ne ero cosciente perchè non scrivevo in veste di scrittrice. D'altra lite te l'immagine di una ragazza i una donna che dedicava la maggior parte del suo tempo a scrivere privatamente di sè nell'ambito delle sue relazioni private mi avrebbe riepita di sgomento, per questo trattenevo fuori della coscienza 11 fatto di scrivere. Di tanto in tanto scrivevo poesie che somigliavano mol- to ai miei diari, alle mie lettere e non alle poesie che avevo letto. Intorno al '60 ho scritto prevalentemente poesie per cui non ho potuto ignorare que- sto fatto. Poi ho cominciato a esercitare l'attività di critica d'arte "come una attività tutta da inventare" (cosi scrivevo allora): mi piaceva scoprire e dare risonanza a quegli artisti che meno ce l'avevano e specialmente ai gio vani esordienti. Mi piaceva cogliere sul nascere il senso di quello che fa- cevano e che nessuno aveva colto prima di me. E' stata un'impresa notevole che però mi è riuscita bene, e ci ho trovato molte gratificazioni. Se non è stato alienante è perchè facevo agli altri quello che avrei voluto fosse fat- to a me. Amanda Ho smesso quando ho capito che questa reciprocità non c'era e non ci sarebbe stata. Poichè, tutto sommato, il paradosso, sebbene ancora non completamente cosciente, cominciava a delinearsis mi ero investita dei pro- blemi di altri, artisti misconosciuti, che di lì a poco sarebbero stati fin troppo coccolati e pagati; ma a me nessuno avrebbe dato risonanza, neppure loro. Adesso so che non potevano, e se quando ho afferrato 11 paradosso mi sono sentita giocata da loro, col passare del tempo mi sono accorta che non TYTYY XxxEWERXX
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  • Notes: Dattiloscritto utilizzato per la pubblicazione di: Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, postfazione di Annarosa Buttarelli, Et al., Milano 2010.
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