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Taci, anzi parla, Oggetto 180

Carla Lonzi[1977 - 1978 ca.]

La Galleria Nazionale

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Roma, Italia

Stesura dattiloscritta con note manoscritte del testo (inizia da p. 154; mancano le pagine finali); appunti con indicazioni per modifiche o correzioni.

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  • Titolo: Taci, anzi parla, Oggetto 180
  • Creatore: Lonzi Carla
  • Data di creazione: [1977 - 1978 ca.]
  • Trascrizione:
    -560- $211a morte nella cui imminenza lei ritorna passiva, bambina, completa- mente nelle sue mani, e lui si mette al suo stesso litello di vittima. Il lato avvincente del sado-masochismo è questo, che tra i due si stabi- lisce una fiducia al di là della paura e delle apparenze. Il masochista intuisce l'umanità del aadico e lo ama proprio perché tu vede oltre il suo camut'famento. Così il sadico intuisce la possibilità di essere amato nonostante la sua crudeltà e proprio da chi dovrebbe odiarlo. Un rapporto sado-masochista può essere molto commuovente. In tutto il film c'è un intrecciarsi di sguardi fra i due dove dalla sfida si passa alla pietà e all'amore e viceversa. Io non ho una vera comprensione e ac- cettazione dell'uomo che parta dall'esperienza masochista. E' evidente che il preliminare 'cattivo", cioè schiaffi, pugni, minacce, ferite è emo- zionante proprio perchè dilazione, prelude e rende possibile la rivela- zione dell'amore con baci, carezze, abbracci, coito. Si va più lontano possibile nella direzione opposta perchè si crei una specie di dispera- zione e di spasimo che permetta il mutamento di registro. Credo che il sadico abbia bisogno della prova di essere accettato nonostante tutto, e che non possa esprimere amore se non ha questa certezza. D'altra par- te il masochista è colui che capisce il linguaggio delle percosse e delle torture come mezzo di appropriazione su di lui e perciò come desiderio di unione con lui. Il masochista si sente desiderato e amato mentre viene apparentemente, svilito e dominato. Questa faccenda mi intriga molto. Ricordo una volta di avere picchiato forte Gérard, il bambino di un anno che avevo in custodia a Belleville. Quando è stato ben ben spaventato e piangente ho provato per lui una grande tenerezza e mi sono sciolta in baci e coccolamenti. Il rapporto sado-masochista è accettabile se è tra- gico, cioè con catarsi e senza sviluppo. Infatti nella durata non ha sbocco e diventa presto banale, routine. Ancora carica di queste sensazioni ho fatto l'amore con Pietro. Lui è convinto che l'erotismo è sado-masochistico. Trova me troppo distruttiva in questo rapporto perchè critica, ironica, presente. Ha confessato che si sentirebbe più a sio agio se fossi una donna sofferente della sua con- dizione di donna che una donna aggressiva su questo argomento. Ha anche nostalgia del suo gioco sadico rintuzzato. Lui dice cosi "gioco", per esempio picchiarri, farmi un po' di violenza. "Con te è impossibile, ti offendi subito". Essere donna è senza via d'uscita: non puoi buttarti per che, per essere veramente donna devi essere oggetto di un altro. Non si può essere oggetto di un altro per gioco, diventa una pochade, una por- cheria, bisogna esserlo fino alla morte, cioè schiave. uomo si che può inventare il gioco e anche perdersi a causa del "guo" gioco. Persino nel film è l'uomo che decide le ultime azioni, la ragazza è immobile, mutes rassegnatthy ha solo qualche guizzo erotico, per eseguire fulnineamente, come un animale dal riflesso condizionato, le antiche direttive che il sadico le aveva impartito.
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  • Note: Dattiloscritto utilizzato per la pubblicazione di: Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, postfazione di Annarosa Buttarelli, Et al., Milano 2010.
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