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Taci, anzi parla, Oggetto 202

Carla Lonzi[1977 - 1978 ca.]

La Galleria Nazionale

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Roma, Italy

Stesura dattiloscritta con note manoscritte del testo (inizia da p. 154; mancano le pagine finali); appunti con indicazioni per modifiche o correzioni.

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  • Title: Taci, anzi parla, Oggetto 202
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: [1977 - 1978 ca.]
  • Transcript:
    - 169- chiotte, Sono distrutta per gli scritti rubati, in più non riesco a cal- colare esattamente cosa è andato perduto e questa lacuna mi tormenta. Ho deciso che non risponderò al telefono questa settimana, chiamerò io. Sono già più serena: non è possibile sentirsi prenotate, fare lo sforzo e sapere che è inutile, che lo faccio per l'altra. Certo, non dovrò pri- varmi di avere degli slanci verso qualcuna, se mi viene cosi. Andare in campagna è anche scappare da tutto, da chi si aspetta un delle cose da me o ha delle cose da dimostrarmi. Non per sempre, naturalmente, ma per ora. Quest'anno non ce la faccio a stare a Milano: prima c'erano gli ami- ci, il lavor, poi il femminismo. Adesso sono sola, libera. Voglio incon- trare la gente a partire da come sono senza dover demolire come ero, come mi vedevano. Il Tita ha detto "la campagna sa di smobilitazione, è triste Vedremo, può essere un ramo per un accello. Mi alzo di notte e cammino nella campagna calpestando l'erba annusando e respirando l'umidità Provo con un piede nudo sulla terra All'alba sono su un colle e guardo la luce che si alza all'orizzonte Sono la sola abitante della terra e mi riposo di ogni contatto con gli altri La pioggia mi cade addosso la nebbia mi avvolge brillo dappertutto la notte mi riporta su di me insieme al sole Pietro mi rimprovera di averlo escluso (e anche angosciato) durante i due anni di femminismo. Gli ho risposto che sono grata alla crisi che Ritva mi ha aiutato a avere: non era facile per me andare in crisi veramente: un uomo non ce la faceva con le mie autodifese e le donne si inferioriz- zavano. Anche lui può ritenersi fortunato che ha avuto in me l'occasione a una crisi, però mi pare che, non essendosene reso conto, l'ha avuta a metà. D'altra parte io mi ero fatta l'idea che lui era molto forte dato che reggeva il colpo senza sottrarsi ne voler recuperare. E lo attacco quando mi sembra forte, se non faccio cosi sta chiuso in se stesso e mi appare sempre più tetragono...E' inutile che lui mi proponga di andare a Roma e cercare un appartamento in città, non sarà su questo invito che andrò a Roma: se scopriamo di avere più bisogno di stare insieme in que- sta fase, sarà ovvio che mi deciderò, altrimenti continuerò come prima che era la stabilizzazione esatta appunto relativa a prima. Quando vado a letto rientro nel clima del sogno della notte precedente. Ho la sensazione di ore due vite parallele piene di echi, rimandi: co- me vivere a due profondità la stessa cosa. Tant'è vero che mi piace mol- tissimo scrivere i sogni senza interpretarli, perché sono evidenti cosi.
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  • Notes: Dattiloscritto utilizzato per la pubblicazione di: Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, postfazione di Annarosa Buttarelli, Et al., Milano 2010.
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