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Taci, anzi parla, Oggetto 239

Carla Lonzi[1977 - 1978 ca.]

La Galleria Nazionale

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Roma, Italy

Stesura dattiloscritta con note manoscritte del testo (inizia da p. 154; mancano le pagine finali); appunti con indicazioni per modifiche o correzioni.

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  • Title: Taci, anzi parla, Oggetto 239
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: [1977 - 1978 ca.]
  • Transcript:
    -436- fettivamente col marito. Non ha più avuto un'amica degna di questo nome dopo di me, ha passato un periodo difficile definito esaurimento nervoso, ma ha concluso Massurda crisi adolescenziale in ritardo" appena se ne è sentita fuori Vorrei stare sempre con Pietro, astrarmi dagli altri e godere l'autosufficienza con lui. Certo in questo anello ci sono sebe stata rigettata dall'impossibili- tà a avere rapporti stretti con le amiche e i rapporti allentati che ho adesso non fanno per me. Ho bisogno di saziare il mio bisogno affettivo che è immen- so, infantile e adulto, solo con Pietro posso cercare di dargli fondo. Lui non si spaventa mai di me. Oppure solo qualche volta. Mi piace moltissimo. Mi sta piacendo così tanto che all'improvviso mi preoccupo. Gironzolando con un forte senso di irrealtà come spinta da un lento meccanisno a sguardo un po' fisso, sono entrata ai Remainder's Books cercando qualcosa qua e là senza meta: ho lasciato perdere Eliduc di Marie di Francia perchè non ho capito cosa fosse, un diario di ragazza sovietica perchè troppo banale, tre romanzi di Georges Sand e me ne sono un po' pentita. Ho preso due volumi di Marcatre, uno con l'intervista a Fabro, l'altro a Carla. Quasi non mi ricono- scevo nelle domandine costruite e "intelligenti" in cui cercavo di appoggiare le mie intuizioni a una tematica. Io li facevo parlare, ma nesuuno faceva par- lare me. Ero il loro registratore e animatore. Quindi Ritva non può dire che era con me come io ero con gli artisti, semmai era sempre la stessa cosa, io che facevo parlare lei, in veste un po' meno culturale, semmai. 28 mar. Ritva non si è più fatta viva, l'ho aspettata due giorni quasi senza uscire di casa, oggi parto per Turicchi, l'ho deciso a un tratto, ma cosa sto a fare qui? Adesso che ho smaltito il dispiacere per i dubbi di Ritva su di me, sarei cosi contenta di vederla. Potessimo parlare di niente, essere banali come voleva lein, ma non è questa la strada, la strada è capire che comunque siamo banali. Ogni tanto lo sento, ogni tanto mi gonfio. Comunque avverto il possibil lieto fine: la tragedia è in sè, è non capire, non potxere affrettare i tempi, non potere nè credere ne essere creduti fino in fondo. Il lieto fine è che Rit- va è onesta e anch'io. Adesso ho capito cos'è l'omosessualità: se nel bisogno di conferme avessi cercato di risolvere Etastranzità a tutti i costi la soreren za dell'estraneità dell'altra oppure avessi voluto accrescere l'intimità, a- vrei rotto il tabù. Io volevo confemme e affetto, certo, ma non a tutti i co- sti. Mi viene in mente che Anal's si è innamorata di June, la moglie di Miller, perchè rappresentava quello che lei non era, un'estraneite in cui immedesimarsi per farla propria. Cara Ritva, Pietro mi regala un cane orso della Carelia, il paese di tuo padre. Sono in autobus e mi si riempiono gli occhi di lacrime al pensiero di tutte le nostre difficoltà, certo io sono abbastanza ottusa su molti aspetti del rappor- to con te, ormai il bisogno affettivo è in primo piano insieme alla mia capa- cità di dire con convinzione un sacco di stupidaggini. Infatti la cosa più importante da dirti era che ti volevo bene e, sia pure abbastanza spaventata d alle sofferenze a cui sono andata incontro per te, non mi tiro indietro anche
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  • Notes: Dattiloscritto utilizzato per la pubblicazione di: Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, postfazione di Annarosa Buttarelli, Et al., Milano 2010.
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