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Taci, anzi parla, Oggetto 353

Carla Lonzi[1977 - 1978 ca.]

La Galleria Nazionale

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Roma, Italia

Stesura dattiloscritta con note manoscritte del testo (inizia da p. 154; mancano le pagine finali); appunti con indicazioni per modifiche o correzioni.

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  • Titolo: Taci, anzi parla, Oggetto 353
  • Creatore: Lonzi Carla
  • Data di creazione: [1977 - 1978 ca.]
  • Trascrizione:
    Un castello-albergo con gente e qualcosa da fare, una partenza, una gi- ta strana, non ricordo. A un certo punto getto uno sguardo fuori della finestra e con mio immenso stupore, nella luce ut irreale -una notte lim- pida con la luna piena, un'alba imminente- vedo una fila di montagne nude, senza alberi, senza neve (questo mi stupisce: senza neve), lisce, con i soli disegni delle ombre, nitidissime, bellissime, magiche. Chia- mo Scarpitta-Pietro e gli dico "guarda guarda queste montagne, sembrano incisioni su rame". E sono felice di avergli mostrato qualcosa cosi di avere azzeccato il paragone. Pietro torna, e come sempre, all'inizio sono nervosa, scontenta, non mi sento più libera. Un po' come accadeva quando il babbo veniva a trovar- ci al mare, oppurex semplicemente rientrava dal lavoro. Poi mi abituo. Certo, è proprio un essere diversa da me: prima di addormentarsi diceva "ancora non capisco la tua posizione sull'aborto" o qualcosa di simile. Gli ho risposto "ho abortito due volte e tutt'e due le volte sono rima- sta incinta senza provare l'orgasmo; nei libri si leggono statistiche sempre più evidenti di maggioranze di donne che non provano l'orgasmo vaginale, insomma se una ha gusti diversi dal coito li pud esprimere, quel la è una liberazione per lei, e non avere l'aborto legale se non ha go- duto; questa connessione è undiritto per la donna, ma nessuno lo dice perchè si sottintende che se non gode nel coito non è normale e quindi è meglio che si provi a diventarlo piuttosto che a desiderare e propor- re qualcosa d'altro: per fare un figlio non c'è bisogno dell'orgasmo, ma per fare un figlia aborto si". E' come se ogni volta devo argomenta- re, altrimenti lui si dimentica di me, dopo che ho ripreso la questione dice "si, va bene, adesso vieni qui". Eppure forse è proprio questo che ci permette di stare insieme, che crea il distacco necessario, l'auteno- mia necessaria, l'interesse necessario. Capisco che cosa fa la persona che non si ama, e dunque insicura: quan- do gli altri mostrano di apprezzarla non li crede, quando sfuggono li rincorre o tiene duro. Questo rende difficile alla Nini, a Maria rivol- gersi agli uomini -la prima dà la colpa al suo essere troppo bella, la seconda troppo in là con gli anni. Anch'io ho cercato di rassicurarmi fa- cendo bene una "specie" di professione, a Maria invece non interessa, vorrebbe esprimersi scrivendo, poi da se stessa se lo nega. Ho passato il pomeriggio con Maria: a ogni suo scoppio di disperazione mi montavano le lacrime agli occhi, eppure so che alla fine era frustrata. Vede che io ho quello che a lei manca, l'amore di un uomo. 27 genn. Su Panorama alcune donne fanno dichiarazioni in cui collegano sessualità femminile e aborto, ma cosi, sulla battuta spicciola, in un modo comunque raccapricciante. Tutto diventa slogan, strumento di lotta, non esiste verità comunicabile, non esiste verità. L'unica verità è la scoperta di sé.
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  • Note: Dattiloscritto utilizzato per la pubblicazione di: Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, postfazione di Annarosa Buttarelli, Et al., Milano 2010.
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