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Taci, anzi parla, Oggetto 398

Carla Lonzi[1977 - 1978 ca.]

La Galleria Nazionale

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Roma, Italia

Stesura dattiloscritta con note manoscritte del testo (inizia da p. 154; mancano le pagine finali); appunti con indicazioni per modifiche o correzioni.

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  • Titolo: Taci, anzi parla, Oggetto 398
  • Creatore: Lonzi Carla
  • Data di creazione: [1977 - 1978 ca.]
  • Trascrizione:
    So confrontare il mio mondo di partenza col mio mondo di arrivo: da uno stato in cui si soffoca a uno stato inxe dove si respira. Questa volta sono provocatoria con i miei, così gli lascio qualcosa su cui meditare. Non riesco più a trattare mia madre come mia figlia: dopo la fase affettiva, regressiva, servizievole, nostalgica, provo il biso- gno di scuoterla, di non dargliela vinta. Oggi diceva "mi piacciono ixtit tipi come la Bruna, che è sempre allegra; io sono pesante, divento triste, mi faccio rabbia, ma è cosi". Che la situazione familiare non mi intacca più lo capisco dal fatto che non ho mal di stomaco. Avverto proprio che qualcosa è superato e posso cominciare a comportarmi con i miei senza continue, lacrimevoli sensazioni. Anche con Vittorio e Rossana, basta, fare la loro alleata. Maria Grazia mi ha rivelato la profonda crisi che ha avuto nei confronti delle amiche più care tra cui io, sensazione di eseere abbandonata, tra- dita, dimenticata e lotta con se stessa per non cedere all'impulso a rom- pere, per mantenere un'apertura e la possibilità di verifiche. Ora mi sento molto più libera con lei perchè so che non fa affidamento su di me. Cerca solo conferme, non consolazione e appoggio. D'altra parte, anche dando consolazione e appoggio non si può evitare che risultino inadegua- ti a chi li richiede, li pretende, se li aspetta, nè che provochino ama- rezza e sconforto, quindi tanto vale non farsene un problema, anzi acco- gliere la delusione emanante da sè come un prezioso risultato:l'inizio dell'autonomia. 4 apr. Sono irrequeta: non so cosa fare, nè dove andare. Per ora sto dai genitori. Piove, e la campagna non mi attira da sola e senza macchina da scrivere; Roma mi respinge addirittura, a parte il Tita che è l'unico, vero punto di rishi amo per me, subito neutralizzato dalla sensazione sgra devole di giornate senza senso fino alle otto e mezzo di sera quando lui torna a casa; Milano vorrei dimenticarla, non pensarci più, eppure è l! unica vera mia città, l'unico luogo dove avrei un motivo per vivere, ma dove è un'inutile fatica fare pellegrinaggi, piano piano mi sarà sembre i più estranea e nello stesso tempo non mi sarò meglio ambientata a Roma. Il prossimo fine settimana Marta sarà a Turicchi per la sua nuova casa: devo confessare il mio fastidio. Con spavento sento venirmi una reazione come con l'Elba: che, semplicemente, il luogo perde fascino, diventa un mediocre angolo violate e banalizzato, non più unico e mio. Perchè non l'ho capito subito, perchè ho lasciato Pietro avventurarsi nelle tratta- tive per l'acquisto della casa da parte di Marta, perchè sono stata CO- si poco chiara con me stessa? Forse volevo mettere Marta alla prova, se avrebbe rinunciato a avanzare col bulldoze sulla mia strada; Oppure vo- levo vedere se avrebbe avuto dei moti per contraccambiare, per non esse-
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  • Note: Dattiloscritto utilizzato per la pubblicazione di: Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, postfazione di Annarosa Buttarelli, Et al., Milano 2010.
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