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Taci, anzi parla, Oggetto 436

Carla Lonzi[1977 - 1978 ca.]

La Galleria Nazionale

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Roma, Italia

Stesura dattiloscritta con note manoscritte del testo (inizia da p. 154; mancano le pagine finali); appunti con indicazioni per modifiche o correzioni.

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  • Titolo: Taci, anzi parla, Oggetto 436
  • Creatore: Lonzi Carla
  • Data di creazione: [1977 - 1978 ca.]
  • Trascrizione:
    Spalanco gli occhi mi meraviglio io stessa che sappiano così bene elettrizzarsi passando dal soliloquio a un imminente colloquio La cosa più nuova è la più vecchia la neno nuova la meno vecchia la più vecchia la più nuova La pelle delle cose è liscia tesa confezionata dal destino Non so quello che dico Come posso gualcirla e sopportare la vista delle cose come un letto disfatto? 12 fehb47Leutet Allatefana stata cosi espansiva come inmaginavo, da Lidia vorrei andare a colazione; Renata lei davvero espansiva. Non mi sento bene: ho gli occhi gonfi, mal di testa. L'incontro con Renata e Laura troppo lontano dalla mia concentrazione oppure dal mito che ci si fa nella lontananza. Ho sempre la testa piena di miti: ho bisogno di immaginar- mi le persone dentro l'alone in cui sono io. Non posso parlare loro del nio rapporto con Pietro, giè Laura ha fatto questo sogno: nel suo studio lui scolpisce con un grosso martello e manda intorno tante schegge, dice a Lau- ra nascosta in un angolo "è molto pericoloso starmi vicino a causa di que- ste schegge, solo Carla può farlo". Rientra nella mia superiorità il rappor- to con Pietro, idem la campagna, la solitudine, il bisogno di autosufficien- za. Quando ho detto di avere un filmino mentre piango, tutt'e due hanno pro- testato di non volerlo vedere. Renata "perchè sennò mi metto a piangere an- ch'io", Laura chissà perchè, probabilmente perchè non vuole conoscerni in certi aspetti, che cosi sono costretta a tenere nascosti. 13 febb. Sono stata male, ho finito col vomitare e avere un mal di testa coi fiocchi. E' venuta all'improvviso Graziella, molto affettuosa. Insieme ci siamo scoperte questo disturbo che è avere nel fisico tutte le ripercus- sioni degli stati psichici con una violenza che rende tutto troppo travolgen te. Lei diceva "per le scale il cuore mi batteva, il respiro diventa velo- ce". Anch'io ho capito che non le telefonavo per non andare incontro a un' eccitazione che, piacevole in sè, avrebbe rischiato di trasformarsi in spia cevole con tutte le complicazioni e amplificazioni nervose. In me l'emozio-
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  • Note: Dattiloscritto utilizzato per la pubblicazione di: Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, postfazione di Annarosa Buttarelli, Et al., Milano 2010.
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