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Taci, anzi parla, Oggetto 508

Carla Lonzi[1977 - 1978 ca.]

La Galleria Nazionale

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Roma, Italia

Stesura dattiloscritta con note manoscritte del testo (inizia da p. 154; mancano le pagine finali); appunti con indicazioni per modifiche o correzioni.

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  • Titolo: Taci, anzi parla, Oggetto 508
  • Creatore: Lonzi Carla
  • Data di creazione: [1977 - 1978 ca.]
  • Trascrizione:
    - 163- non pensa agli altri. Durante la mia crisi ho avuto anch'io il tran- sfert su Ritva, che però in quel momento cominciava a liberarsi del suo su di me. La cosa è riuscita perchè io sotto sotto ce la facevo a mante- nerlo, sebbene lei non volesse, volesse tenermi alla pari. Cosi la mia barchetta era presa in due correnti diverse e io temevo che, girando su se stessa, affondasse. L'imprevisto però è stato quello, che io ho preso a liberarmi girando come una trottola dopo aver abbandonato ogni proget- to di navigazione e ogni comando. Intravedevo qua e là il sorriso di Rit- va. Leggendo la fine del suo libro, ho constatato che l'intuizione che avevo avute a proposito dell'intervento di Anna nella correzione era giusta e non dettata da presented Io ho assecondato Ritva continuamente, non l'ho mai forzata e ho cercato di rispettare come lei è, una matassa di fili che si scioglie e si intreccia e rimane sospesa. Mentre Anna immet- teva la coscienza di un valore stabile dentro un flusso. Che è un'altra mentalità da quella di Ritva. Siccome io ce l'ho questo aspetto definito- rio un po' rigido e me ne voglio disfare per sentirmi quell'essere can- giante che sono, cangiante tra dubbi e certezze continue, l'ho avverttito subito come un corpo estraneo. Mi ha telefonato un gruppettino di ragazze da Pisa, vogliono un contatto. Cosi la fioritura delle rose continua nei tempi spogli. Avevo detto a Ritva di rispettare il più possibile il suo testo, le in- terviste, ecc.; ha riflettuto su questo suggerimento e ha chiarito un sac- punti co di xxxx anche a me. Infatti io dicevo Who il culto della cosa così come è accaduta", e lei "ma è sempre soggettivo, la modifichi sempre secondo che l'hai vissuta; poi il parlato è pieno di intonazioni e di sfumature che lo scritto non può rendere". Alla fine ho capito qual'era la verità che volevo mantenere, non quella della cosa certamente, l'avevo sperimen- tato su di me "ogni giorno ho un certo grado di coscienza per cui, se ri- vedo a distanza di tempo una mia lettera, una conversazione, una pagina di diario e modifico dei termini, può essere che intacco questo equili. brio momentaneo tra ciò che vedo e ciò che non posso ancora vedere, e ne viene fuori una falsità". In un certo senso, siccome è tornata sull'argo- mento più volte, mi meravigliavo di averle creato un problema dal momento mi pareva che lei rispettasse spontaneamente l'autenticità del suo mate- riale. Solo voleva rendersi conto cos'era l'intervento di Anna, penso in rapporto alla mia maggiore aderenza al suo modo di scrivere. In un primo momento forse considerava che ero stata un po' distratta e non mi ero im- pegnata a fondo nella correzione dato che, proprio in quel periodo, pas-
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  • Note: Dattiloscritto utilizzato per la pubblicazione di: Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, postfazione di Annarosa Buttarelli, Et al., Milano 2010.
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