che impressione mi fa. Insomma, .. alla solitudine resisto, non ho paura,
almeno finchè non viene il budi e in certi momenti mi scopro l'eccitazio-
ne di un tempo che si dilata all'infinito senza doveri da compiere, dato
che i doveri sono sempre collegati alla presenza degli altri.
3 apr. Questa volta non ho voglia di stare a casa, interrompo mia madre
come posso senza offenderla perchè parla parla parla come un mulino a
vento e io scoppio dall'impazienza. La sua solitudine mi dà senso di
colpa, ma che posso farci? Si è riconosciuta subito nella poesia della
Dickinson "Sarei più sola senza la mia solitudine...". Queste mie rare
visite non m illudens servano a molto. Come si fa a mettere al mondo tan-
ti figli se poi si continua a far pesare su di loro un'eterna sconten-
tezza? Mio padre ha schiacciato i miei fratelli con l'immagine di un
rivale aggressivo e prepotente, mia madre li ha frustrati nell'affetto
e nella fiducia in loro stessi come la più ambigua delle ananti. Vitto-
rio si è scelto una ragazza orfana, come mia madre, altrettanto incapa-
ce di generosità, bisognoda di ricevere e riluttante xxx nell'accet-
tare. L'assurdo è che mia madre ha fatto la madre tutta la vita, e cioè
un ruolo in contrasto col suo modo di essere. Ha fatto la madre per do-
vere e per mitiche aspettative sui figli. Ha lasciato ben capire ai fi.
gli che non hanno soddisfatto le sue aspettative, io l'ho abbandonata
per questo e ce l'ho fatta a costruirmi un mio mondo altrove, i fratelli
impieganos più tempo per liberarsi dalla frustrazione. Noi sorelle andia-
mo meglio con gli uomini di quanto i fratelli vadano con le donne, ciò
vuol dire che, tutto sommato, mio padre è stato meno deleterio di mia
madre: lui era un tiranno, lei la sua vittima insieme a noi, ma come vit-
tima è stata a sua tortayEarnefice perchè non era mai contenta di noi e
noi ci sentivamo responsabili della sua delusione. Mi accorgo che la mia
ostilità per i genitori riprende quando vedo le loro angherie su uno di
noi e ne osservo le assurde conseguenze. In famiglia, da un lato ero ge-
losa dei fratelli e sorelle, dall'altro ero la loro paladiAX:v£xfiche
essere presa da entrambi i sentimenti, dovevo solo fuggire via. Anche
adesso ho desiderio di andarmene, non sopporto la constatazione del potere
psicologico dei genitori su Vittorio: la sua sofferenza, la sua impoten-
za sono state anche le mie e solo per un pelo, un imponderabile, mi so-
no salvata. Quindi non sopportavo la vista di un disastro che negli al-
tri mi appariva irreparabile e che in me dovevo credere di avere la for-
za di superare. Almeno le mie sorelle potevano vedere in me uno sbocco,
e poi pensare naturalmente di far meglio; io non vedevo niente davanti
a mex, nessun esempio minimamente accettabile, e ero presa dall'assillo
e déla disperazione di farcela. Ce l'ho fatta, sono stata in gamba. Bos-