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Taci, anzi parla, Oggetto 546

Carla Lonzi[1977 - 1978 ca.]

La Galleria Nazionale

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Roma, Italy

Stesura dattiloscritta con note manoscritte del testo (inizia da p. 154; mancano le pagine finali); appunti con indicazioni per modifiche o correzioni.

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  • Title: Taci, anzi parla, Oggetto 546
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: [1977 - 1978 ca.]
  • Transcript:
    -237- in una inventività, sottintendendo che adesso che ho trovato fiducia in me, ci riuscird. Intanto non apprezza quello che faccio come qualcosa che va già bene e ha un senso collegato con me. Sembra che speri che io faccia un romanzo. Allora è vero che mi succede come a Anais con Miller che la ossessionava ponendole di fronte, come realizzazionex di sé, l'artista e l'arte. Anche Pietro lo fa sotto sotto, e siccome non sarò artista mai, oppure già lo sono e lui non se ne è accorto, capisco che non mi accette- rà mai completamente. Fintantoche non avverto che lui smette di vagheggia- re qualcosa per me, nonostante tutto il suo amore, non sono presa per quello che sono. Lui è convinto di avermi sempre offerto la parità, ma io non ho abboccato. Adesso mi interrompe per chiedermi "cos'è la sfiducia in se?". Chiedo a mia volta "non l'hai mai provata?". Risponde di no, a volte è confuso, non si sente intelligente, ma non perde la fiducia in se, "non c'entra". Intanto divora i miei diari. 25 mar. Chiedo a Pietro appena sveglio "cosa hai sognato?". Non ricorda, Hentax poi no, ha un pezzettino di sogno che però hon significa niente! Eccolo: è in casa di sua sorella e non pud andare al gabinetto perchè nel corridoino stretto stretto che ne costituisce l'accesso, il muro verso la cucina sta crollando pieno di bottiglie. Poi viene una ragazza che lo aiu. ta a reggere il muro e lui decide la disposizione delle bottiglie perchè non tu tirino giu 1l muro. Un paio di settimane fa aveva fatt avuto que- sto sogno: èx sul gabinetto e fa la cacca, ma lo stronzo esce a fatica e deve tirarlo con le mani. Tutte le sue difficoltà pesano anche su di me e soprattutto il suo dolore mi suggestiona, mi sfasa. 26 mar. Mi allontano da vicende anche lusinghevoli e, rifiutando di chie- dere in affitto una villa certament89888 ricchi, torno sui miei passi. Sa- lendo una scala c'è persino un asino finto, una specie di sagoma in legno sospesa al muro. Faccio un'osservazione e passo oltre, ma adesso sento che rumina voracemente. Il terreno su cui sono tracce di tanti miei avvenimen- ti è stato coperto steza da un tappeto d'erba, sollevo 11 tappeto e in- travedo qualche pezzo di carta scritta. Mi sento triste. Cosa posso fare per "scendere" da lassu? Indietro non posso tornare. Cosi mi attacco a un tronco pendulo li accanto alla montagnola dove sono. E' bellissimo oscil- lare sul vuoto e scendere in questo modo. Non so dove i tronchi sono at- taccati, ma, passando senza peso da uno all'altro, ho finalmente la mera- vigliosa sensazione di toccare la terrax con la punta del piede. Ieri Ritva mi aveva chiesto di prepararmi a correggere il suo secondo li- bro, che vuole pubblicare al più presto. Non ho avuto la prontezza di dir. le che vorrei intanto rivedere un po' il mio diario e ordinare tutto quel lo che devo inserirci da scritti del passato. Questo perchè ancora mi sem- bra incredibile che da tutta quell'accozzaglia di momenti e momenti sal- terà fuori proprio me stessa. Quando ho letto it primi fogli del suo dia- rio, l'anno scorso, le ho subito proposto "10 pubblichiamo". A me ancora non è successo: Pietro mi spinge sulla strada dell'inventività, Ritva mi ha consigliato di aspettare.trenta anni a pubblicarda il mio diario, come
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  • Notes: Dattiloscritto utilizzato per la pubblicazione di: Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, postfazione di Annarosa Buttarelli, Et al., Milano 2010.
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