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Taci, anzi parla, Oggetto 549

Carla Lonzi[1977 - 1978 ca.]

La Galleria Nazionale

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Roma, Italy

Stesura dattiloscritta con note manoscritte del testo (inizia da p. 154; mancano le pagine finali); appunti con indicazioni per modifiche o correzioni.

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  • Title: Taci, anzi parla, Oggetto 549
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: [1977 - 1978 ca.]
  • Transcript:
    - 184- voglio le cose di base della vita, proprio umanamente parlando e ho messo una tale cura nei rapporti che la frustrazione passata mi è stata ripaga- ta uno per mille. Dovevo solo smettere di essere "s ciettica", come dice Rit- va, cioè di difendermi da ciò che io stessa avevo voluto, per es., da Pie tro, dagli amici, dalle amiche, dal figlio. E' tutto li. A XX. Mi congra- tulo con me stessa perchè alla fine ho trovato la via d'uscita dai miei problemi: posso amare tutti quelli che mi piacciono perchè posso comuni- care con loro e riuscire a attirarli sulla mia persona senza timore di fa- re un gesto pericoloso. Per Pietro e per me non può esserci crisi che non sia superabile perchè già ne abbiamo superate tante, l'ultima è stata quel la del femminismo che ha fatto soffrire Pietro più di quanto pensassi, pe rò lui ha tenuto duro e lo sento che ritorna a se stesso e alla voglia di vivere con me. Ci tengo moltissimo a andare con lui a Palermo, sarà come la fine e il principio di qualcosa, lo intuisco. Quando stiamo bene, e io mi sento cosi completa di tutto -ci sono solo piccole increspature sul mio mare, ma niente burrasche e onde terrificanti o gorghi insidiosi o stagnante bonacciat, solo un venticello frizzante e basta- penso acome al Paradiso terrestre alla felicità di camminare insieme, parlando, in un posto bello e dolce come per es., l'orto botanico di Palermo. Mi vengeno tanti pensieri di felicità stamani, di sicuro sono in relazione al fatto di esserci dette, con Ritva, che siamo coscienti di essere amiche e voler- ci bene, cosa che apre ancora di più se possibile la prospettiva dôconfi- denza reciproca, e questo mi dà il senso di essere arrivata all'equili- brio più ricco e più coraggioso dalla mia vita. Dunque non era proprio giustó dire che la clitoridea può fare a meno dell'affetto, magari io non volevo essere condizionata dall'affetto, ma proprio perchè non lo accet- tavo visceralmente, ne tenevo in serbo uno migliore che mi permettesse di dare tutto di me senza la paura di essere presa, oppure che non bastasse, che l'altro mi chiedesse ancora qualcosa, di modificare me stessa, per es. Eh no! Adesso sono felice come una bambina perchè ho affetto da tutte le parti, sento che mi arriva addosso: sono un lago e tanti fiumi si river- sano in me e io poi mescolo le acque e torno a alimentare i fiumi. Oggi sono di nuovo cosi felicemente me stessa: sono tornata da questo viaggio ricco di sensazioni e di contatti e trovo per il thè il mio ex-marito e sua sorella, all'ascensore si danno il cambio con Ritva che arriva per la a scugla cena. Stamani c'era un bel sole, Tita entrava/alla seconia ora, cosi ho potuto scambiare due parole con lui mentre mangiava il suo piatto di semo- lino di riso. Quanto l'ho alimentato questo bambino e quanto lui mi ha ri- cambiata facendomi capire che sta bene con me, che sono una compagnia gra- dita. Voglio scrivere a Marietta: anch'io da ragazza avevo espresso quello
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  • Notes: Dattiloscritto utilizzato per la pubblicazione di: Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, postfazione di Annarosa Buttarelli, Et al., Milano 2010.
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