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sebbene fossi già grandina, manifestasse di volermi sincera come quando
ero piccola. Non si scandalizzava mai delle mie uscite, non mi chiedeva
di essere manierata, educata, di buoni sentimenti come mi chiedevano gli
altri. Credo che ib lui ho trovato il prototipo dell'artista. Quando ho
incontrato Gallizio, ad esempio, mi ha dato subito un senso di fiducia e
di entusiasmo, non c'è dubbio perchè me lo ricordava. E cosi Fontana, So-
to, persino Burri, cacciatore come lo zio Enrico, Rotella, Scarpitta, Tur
cato, Melani, Nigro, ecc. Tutti hanno in lui il loro precedente. Quanto
a me sapevo di trovare accoglienza in tipi cosi. Mi sono sposata nel 158
nel '60 è comparso Gallizio e Mario lo ha subito sentito come antagoni-
sta, non potevo capire perchè, un uomo di sessant'anni, ma è vero che ri-
prendevo le mie abitudini di bambina che al padre vero preferiva quello
adottivo. E cosi è stato finchè ho sostituito Mario con Pietro, altra
versione dello zio Enrico per quanto aveva che mi attraeva in modo ar-
cano e decisivo. Anche lo zio Enrico faceva delle indigestioni, era in-
continente nel mangiare e nel bere, non sempre, ma appunto in certe occa-
sioni. Anche lo zio Enrico non sopportava la piccola borghesia, il perbe-
nismo, le buone maniere, la mediocrità, la povertà. In particolare non
sopportava di comportarsi bene davanti agli amici della moglie, faceva
di tutto per farla sfigurare. Li diventava addirittura patologico, smet-
teva i modi da gran signore che aveva naturalmente e si faceva beffe de-
gli altri simulando rozzezza, goffaggine, adoperando un linguaggio vol-
gare. Una volta si era tirato giù il costume sulla spiaggia di Rapallo
mostrando il sedere e non so cos'altro. Oppure si divertiva a fingersi
vn contadino un po' sperso e meravigliato della città. Comprava spesso gi
gli abiti smessi di un venditore di bestiame. Da ragazzina mi portava al
Circolo, un Circolo chic di Genova, per farsi fare le manix-io ero sbalor
dita perchè la manicure gli metteva anche lo smalto trasparente sulle un-
ghiex- e poi in un bel bar a mangiare il gelato di panera. Conosceva i
migliori negozi e comprava solo cose di prim'ordine. Aveva una bella ca-
sa con una cameriera che serviva a tavola con tutte le regole in oggetti
preziosi che non aveve mai visto in casa mia.
Da mia zia ho preso la licenza a avere amanti, da lui il se 189&di com-
portamento libero. Mia zia credeva di avere il segreto dall'arte, invece
pet meuera solo un settore di particolari competenze musicali e canore.
Lo vedevo abbinato a esercizio continuo, snobismo e arrampicatura socia-
le. Anche se devo riconoscere che la zia Elsa era a sua volta abbastanza
orginale se poi ha fatto anche la medium e ogni sorta di magie e quando
è morta si è scoperto che da qualche anno era diventata carmelitana o
terziaria francescana, non ricordo. Nel dopoguerra lo zio ha avuto un tre
collo economico e ha rischiato quella povertà che odiava. E' venuto a tr
varmi a Milano che avevo il bambino piccolo e abitavo in un appartamento
miserabile. Cosi era finita la nipote prediletta! L'ho trovato pieno di
rughe, invecchiato, stanco. Si è suicidato a Steglieno un mese dopo di-
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