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Taci, anzi parla, Oggetto 653

Carla Lonzi[1977 - 1978 ca.]

La Galleria Nazionale

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Roma, Italy

Stesura dattiloscritta con note manoscritte del testo (inizia da p. 154; mancano le pagine finali); appunti con indicazioni per modifiche o correzioni.

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  • Title: Taci, anzi parla, Oggetto 653
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: [1977 - 1978 ca.]
  • Transcript:
    -490- sideri?". Ci amiamo. Ancora Pietro"Ieri hai detto che ti sentivi diventare pazza: non ti darò questa attenuante, però ho avvertito che per un momento non collegavi più". La pazzia è uno stress, ma anche il superamento di uno stress. Pietro mi dà il senso della realtà, cosi posso stringere la realtà fra len mie braccia intanto che la mente vola via. Penso alle mie amiche come sono brave a resistere senza questo responso su di loro, senza una voce che commenti le loro azioni. Ma anch'io ne sono sta- ta priva per molti molti anni. Accetto molto di più quello che viene da Pie- tro. Chiedo "Sono buona?". "No, non sei buona". "Sono cattiva?". "No". "Non sono nè buona nè cattiva, mi piace conoscere". Mi ha colpito leggendo la De beauvoir su Sartre "So che nessun male può venirmi da lui, mai. A meno che non muoia prima di me". Io sono partita dal fatto che Pietro mi fa del bene. Lai mai visto a Cabla užnéasteizoadche arada al primo soffio Jacqueline ha detto di Carla con tono ammirativo che è una donna molto in- telligente. Ritva mi aveva detto che non era molto intelligente. Ritva non ha miti sull'arte, il successo artistico o il carattere brillante. Dove sono? A che punto sono? Questo isolamento è sul finire, qualcosa sta per aprirsi di nuovo. Jacqueline ha interpretato che la casa editrice è un mio desiderio: non lo credo affatto. E' un'applicazione di capacità già sperimentate in un ambito noto, non mi promette molto di nuovo.Un'appendice del femminismo, non un rientro nel mondo. Certo mi vengono idee, per esempio potrebbe esserci una collana che pubblica le tesi delle ragazze all'università riguardanti le don- ne, cosi finirebbe la sensazione sgradevole che ricerche e dati vanno a con- fluire sempre nelle stesse mani. A Roma non trovo niente da fare. Mi piace- rebbe qualcosa col cinema, incontrare persone, però no a perdigiorno, ma per fare qualcosa io, un lavoro. Ma non l'ho già fatto? A volte non so se ce l'ho alle spalle o davanti. Mi chiedo a me stessa "Mi vaquell'esperienza di lavoro, di autonomia, ecc. avuti prima dell'autocoscienza? Oppure devo ri- cominciare tutto daccapo, lavoro autonomia ecc.?". Come sono incostante per oral Un po' i malati di mente, il cinema, e cos'altro? Di sicuro c'è che non mi interessa più l'arte perchè non mi piace più fare qualcosa con gli artisti. Critica d'arte no, artisti no. Presentarmi agli altri solo per par- lare non mi va. Non mi è mai andato, anzi. Infatti prima stavo li come criti- ca d'arte. Chissà se è un limite, un'insicurezza. Adesso vorrei essere "li" a pari grado. "Li" è il mondo. Mi sono chiesta se non fosse vero quello che affermava Hegel, che la donna è "sfera privata". In passato avevo sentito di no con tanta chiarezza, ora non capivo più. Stavo fuori dal mondo e stavo bene, il mondo aveva perso
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  • Notes: Dattiloscritto utilizzato per la pubblicazione di: Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, postfazione di Annarosa Buttarelli, Et al., Milano 2010.
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