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Taci, anzi parla, Oggetto 664

Carla Lonzi[1977 - 1978 ca.]

La Galleria Nazionale

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Roma, Italia

Stesura dattiloscritta con note manoscritte del testo (inizia da p. 154; mancano le pagine finali); appunti con indicazioni per modifiche o correzioni.

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  • Titolo: Taci, anzi parla, Oggetto 664
  • Creatore: Lonzi Carla
  • Data di creazione: [1977 - 1978 ca.]
  • Trascrizione:
    - 186- non mi sono mai ribellata, anche se teme vo che fosse masochismo o dipenden- za, ma non ho voluto ribellarmi e piano piano capivo che arrivava, ecco, finalmente arrivava l'imprevisto. In portineria ho trovato un telegramma firmato Carla. Dice "Irritata tuo tono superiorità stop Dichiarazione ufficiale mi ha fatto sorridere". Ho telefonato a Marta per capire se, secondo lei, può trattarsi di Carla A. avevo Ero incredula, mi batteva il cuore come quando un bel giorno ka ricevuto una lettera di G "E poi non vuoi che ti dica che sei una puttana come tue- te le donne di questom mondo !". La stessa sensazione di dolore, di avveni- mento irrimediabile, di vergogna (per l'atro). Che fare? Che dire? Si ri- pete la fine del rapporto con Marisa. Un messaggio cosi è tranchant, esclu de la fiducia, rivela quella "cattiveria" infantile che mi fa paura, mi ri corda quella di Lidia, il senso della perfidia, dell'ingiustizia. Come quando temina una relazione di coppia, l'angoscia è che uno dei due butti tutto a mare con un'etichetta che stravolge il senso di ciò che è stato. L'altro deve subire questa operazione che cancella anche ciò che, posto in comune, era suo: per questo i rapporti umani sono cosi a doppio taglio, at- tirano e respingono. Il mio sfacelo con le donne vaginali non è finitox. don Carla posso solo tacere: ce l'ha con se stessa e non lo sopporta, sca- rica la sua rabbia e la sua impotenza su di me. Appena mi sono messa a nu- do con lei ne ha approfittato. Adesso dice quello che non ha mai detto, che era impensabile, e cioè che nel rapporto con lei io ero l'uomo e lei la donna. Così ritorna l'ascusa della vaginale alla clitoridea, non fini- rà mai nemmeno col femminismo, forse solo con la liberazione di entrambe. Rifiutandomi, Carla non ha altra strada che rivalutare la sua creatività nell'arte, il suo passato di pittrice, il suo presente con A. Forse ha bi- sogno di vedere che il periodo nero è quello con ne, per fare questo salto LEXKX 'la crisi, non c'è niente da faren, nè rispondere nè spiegare. De- ve passare del tempo, perchè adesso è convinta di capire, conoscere, pe- netrare, e in realtà è un'estranea. Oggi al Parco Ritva e io abbiamo fatto tali risate che dovevamo fermarci dal camminare. Però lei mi ha detto "tuo padre voleva vederti piangere, io volevo vederti ridere, ma tu forse vuoi qualcosa di altro". E questo è ve- ro, infatti per me sono collegati piangere e ridere, li mescolo un po', co me quando ho preso LSD., forse sono due facce di uno stesso fenomeno. Ride vo da matti, quando le ho detto che stamani mi sentivo un dio, felice, ri- solta, circondata di felicità, come se dall'alto di un ramo guardassi il mondo attorno di poveri mortali cosi affaccendati e incapaci di trovare un po' di serenità, e ecco che a un tratto cado giù in un tonfo e mi trovo Aku col sedere per terra. Senza che WeXnAXIElo sospettassi, Carla se-
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  • Note: Dattiloscritto utilizzato per la pubblicazione di: Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, postfazione di Annarosa Buttarelli, Et al., Milano 2010.
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