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non mi sono mai ribellata, anche se teme vo che fosse masochismo o dipenden-
za, ma non ho voluto ribellarmi e piano piano capivo che arrivava, ecco,
finalmente arrivava l'imprevisto.
In portineria ho trovato un telegramma firmato Carla. Dice "Irritata tuo
tono superiorità stop Dichiarazione ufficiale mi ha fatto sorridere". Ho
telefonato a Marta per capire se, secondo lei, può trattarsi di Carla A.
avevo
Ero incredula, mi batteva il cuore come quando un bel giorno ka ricevuto
una lettera di G "E poi non vuoi che ti dica che sei una puttana come tue-
te le donne di questom mondo !". La stessa sensazione di dolore, di avveni-
mento irrimediabile, di vergogna (per l'atro). Che fare? Che dire? Si ri-
pete la fine del rapporto con Marisa. Un messaggio cosi è tranchant, esclu
de la fiducia, rivela quella "cattiveria" infantile che mi fa paura, mi ri
corda quella di Lidia, il senso della perfidia, dell'ingiustizia. Come
quando temina una relazione di coppia, l'angoscia è che uno dei due butti
tutto a mare con un'etichetta che stravolge il senso di ciò che è stato.
L'altro deve subire questa operazione che cancella anche ciò che, posto in
comune, era suo: per questo i rapporti umani sono cosi a doppio taglio, at-
tirano e respingono. Il mio sfacelo con le donne vaginali non è finitox.
don Carla posso solo tacere: ce l'ha con se stessa e non lo sopporta, sca-
rica la sua rabbia e la sua impotenza su di me. Appena mi sono messa a nu-
do con lei ne ha approfittato. Adesso dice quello che non ha mai detto,
che era impensabile, e cioè che nel rapporto con lei io ero l'uomo e lei
la donna. Così ritorna l'ascusa della vaginale alla clitoridea, non fini-
rà mai nemmeno col femminismo, forse solo con la liberazione di entrambe.
Rifiutandomi, Carla non ha altra strada che rivalutare la sua creatività
nell'arte, il suo passato di pittrice, il suo presente con A. Forse ha bi-
sogno di vedere che il periodo nero è quello con ne, per fare questo salto
LEXKX 'la crisi, non c'è niente da faren, nè rispondere nè spiegare. De-
ve passare del tempo, perchè adesso è convinta di capire, conoscere, pe-
netrare, e in realtà è un'estranea.
Oggi al Parco Ritva e io abbiamo fatto tali risate che dovevamo fermarci
dal camminare. Però lei mi ha detto "tuo padre voleva vederti piangere, io
volevo vederti ridere, ma tu forse vuoi qualcosa di altro". E questo è ve-
ro, infatti per me sono collegati piangere e ridere, li mescolo un po', co
me quando ho preso LSD., forse sono due facce di uno stesso fenomeno. Ride
vo da matti, quando le ho detto che stamani mi sentivo un dio, felice, ri-
solta, circondata di felicità, come se dall'alto di un ramo guardassi il
mondo attorno di poveri mortali cosi affaccendati e incapaci di trovare
un po' di serenità, e ecco che a un tratto cado giù in un tonfo e mi trovo
Aku col sedere per terra. Senza che WeXnAXIElo sospettassi, Carla se-
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