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Nel momento stesso in cui dò un calcio alla mia emancipazione, che mi
spoglio di ogni benemerenza culturale, di ogni grado professionale, in
questo prleisdamdhëneo yafter88dla fi&qušttare delle persone che riescono
a vedere gli altri solo attraverso le benemerenze e i gradi acquisitil.
E questo per seguire Pietro. Cioè abbandono il mio mondo e vado tre colo-
ro che nè riconoscono nè praticano l'autenticità. E li vengo umiliata
proprio per quella mancanza di emancipazione che è il mio orgoglio. For-
pero,
se, /se non ne fossi orgogliosa, non sarei neppure umiliata.
2 sett. A ogni cosa che dico, ognuno può ribattere "No, la cosa è un po'
più complessa di cosi...Ci sono tanti elementi da tenere presente... No,
non puoi dire questo...ecc.". Cioè trattarmi come si trattano le donne
senza grinta ne culturale né sociale. Pietro mi consiglia "Perchè, inve-
ce di startene li seduta imbambolata, non ti alzi e vai a sfogliare dei
libri, oppure diventá aggressiva e dici quello che hai da dire? Fai qual.
cosa, non stare li nella paralisi!". Ha ragione, stare li è avvilente,
distruttivo, ma quello che devo fare è una cosa sola: andarmene.
Sono in visita da Carla, a casa sua, rilassatissima e ben disposta. Con-
stato che i malintesi fra noi sono finiti.b ketsua casa è montata con espe
dienti: buste antiche ricamate 1881. 980stituiscono gli armadi.
I rubinetti si staccano dalla parete e l'acqua esce scorrendo sul muro.
Mi presenta il suo amico, un giovane coi baffi e l'aria un po' cerimonio-
sa di un ben educato del terzo mondo. La mano scura ha un anello d'oro.
Una stanza della casa è un immenso ripostiglio stipato fino all'orlo di
oggetti avanzati o messi da parte e si affaccia senza porta sul resto
dell'appartamento. Fa un contrasto singolare. Mi meraviglio accorgendomi
che questa casa dà sul mare, si può fare il bagno. "Meglio di una pisci-
na" penso, però manifesto a Carla il mio stupore credevo la il tuo ap-
partamento desse su Roma, non lo avrei mai mareul mare" . Carla pro-
testa "No, no". Då l'impressione di essere una attaccata alle sue comodi-
tà come fanno a volte le sigH8r89 anziane borghesi. A un certo punto spa-
risce e io ne concluso che è andata a farsi un sonnellino. Però è sempre
un po' troppo disinvolta con me, andrð via senza aspettare che si risve-
gli. Intanto Tita ha combinato di stabilirsi in Grecia a studiare, benis-
simox: è già tutto fatto, lui e contento.
Dopo avere parlato con mia madre al telefono sono scoppiata in sigghioz-
zi irrefrenabili. Pietro mi ha preso una mano. Mia madre mi aveva detto
"Girando per casa mi sento smarrita, non so...Mi sembra che non ce la fac
cio piu". Poco tempo fa mio padre ha cosi definito i loro rapporti "or-
mai l'affetto èxinita non c'è più, ci sopportiamo a vicenda". Se mia
madre fosse di opinione contraria non avrebbe scampox: è senza una lira,
senza uno sbocco, un'attività, un'amicizia. Non si può dare più di tan-
to nella vita, mia madre ha dato infinitamente troppo. Di sè dice "So-
no una pecorella, faccio sempre quello che vogliono gli altri". Mi torna
illaisua nonte Sante, unanutberezi819 KAXELEXANDO mia madre potrebbe go-
dersi qualche anno in pace prima di essere troppo vecchia o morire. Lei
è indignata perchè per mio padre i figli non esistono, non ne parla mai,
non chiede di loro, non telefona, non risponde al telefono, non desidera
vederli. Si è rinchiuso completamente in se stesso, ha ricominciato a ot-
tant'anni una vita da scapolo. Mia madre non può fare altrettanto essen-
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