Tra le molte facciate dipinte mantovane la più importante sotto il profilo storico e artistico è certamente quella di piazza Marconi 13, che corrisponde alla metà sopravvissuta di una casa rinascimentale. Gli studiosi hanno a lungo dibattuto sulla possibilità che l’alta mano che qui si mostra sia direttamente quella di Andrea Mantegna. Certamente, l’ispirazione complessiva e dei particolari è totalmente mantegnesca. Lo denuncia il persistente riferimento all’antico, il tratto deciso e scabro che delinea volti e figure, la grande qualità del colore usato, la presenza di giochi di angioletti particolarmente raffinati, l’evidenza di tritoni e nereidi collegabili alle stampe originate dall’attività del maestro di Padova. D’altronde, in molti hanno voluto anche credere che questa casa fosse abitata dal Mantegna medesimo, che ebbe sicuramente dimora nella zona antistante del quartiere. Quel che appare oggi certo è che il fabbricato appartenne verso la fine del quattrocento alla famiglia Viani, e la figlia di Mantegna, Taddea, sposò Antonio Viani.
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