L’arazzo fa parte di una serie, chiamata negli inventari “li puttini”, eseguita per il Cardinale Ercole Gonzaga. Sotto un pergolato con foglie di castagno e tralci di vite, i putti giocano: si arrampicano su una spalliera ricoperta di fichi, spuntano tra il fogliame; suonano strumenti musicali, un tamburo e uno zufolo; danzano. La scena, lieta e animata, riprende le rappresentazioni pagane di amorini intenti a giocare, danzare, cogliere frutti, ma vuol anche celebrare il buon governo dei Gonzaga e quindi il ritorno del ducato mantovano a un’epoca felice come quella dell’infanzia, un’età di prosperità e armonia.