Tempo globale

“Scultore cosmico”, così è chiamato dalla critica Eliseo Mattiacci, che da sempre subisce il fascino dei metalli, della loro energia, del processo quasi pirotecnico della saldatura. La remissiva duttilità che questo materiale mostra nell’incontro con
il fuoco porta lo scultore a sperimentare volumi che esplorano la dimensione aerea e fluida delle forme, realizzando insiemi fluttuanti nello spazio, come sistemi stellari sconosciuti. Perfeziona a tal punto la tecnica da riuscire quasi a ‘disegnare con il saldatore’: «Tempo globale nasce come idea di un’opera disegnata. Il tondino di acciaio nervato ricorda per analogia il tratto della matita grassa. La struttura che ne risulta è molto leggera, richiamando la velocità d’esecuzione propria del disegno» (CELANT, 2013, p. 291). L’opera testimonia
poi l’orientamento del lavoro dello scultore a partire dagli anni ottanta, quando indirizza sistematicamente i suoi interessi verso la scienza e l’astronomia, lo spazio e il tempo. Testo di Cristina Antonia Calamaro Bibl: Eliseo Mattiacci, a cura di G. Celant, Milano
2013.