Tesi di laurea, Oggetto 10

- 12 - che in effetti lo sfuggivano. D'altro canto "Convention pour convention - osserva 1. Fouil- lerat (1) on peut se demander si l'appel à la crédulité par la mise en scéne simultanée n'est pas moindre que celui fait par la mise en scène successive. En somme, l'idée de grouper en un meme endroit tous les lieux où se passe l'action est des plus na- turelles, puisqu'elle a pour but do donner au public l'illusion qu'il a sous les yeux le pays tout entrier ou i'auteur a voulu le transporter". Gli attori fingevano di andare da una città all'altra, dal Pa radiso all'Inferno, col sotterfugio ai un intermezzo episodico qualunque, cacciato in mezzo alla storia principale, oppure con lo sviluppo di una storia parallela alla principale, come s'usa nel romanzo moderno. E' pero vero che se la finzione convenzionale della scena i simultanea appare sforzata assai ai nostri occhi, non fu più fe- lice quella che le succedette per la colpa delle tre unità Geor- ges ao Scudery nelle sue osservazioni sul Cid nel 1637 scriveva: "Il teatro è così male inteso che uno stesso luogo rappresenta - i l'appartamento del re, quello dell'infante, la casa di Chime- ne e la strada stessa, quasi senza cambiare aspetto; si che lo su spettatore non sa, il più di frequente, dove gli attori si tro- vino! La risoluzione di questo difetto era mot pero stata trova- ta; e il pubblico doveva capirla certamente perchè già molto usa- to alla convenzione. Esiste un manoscritto (1) del macchinista vahelot che ci mostra una scena la quale da sinistra a destra por ta "una nave con le vele sulle onde, un salone con pilastri e por te fiancheggiate da pilastri, un seggiolone nel mezzo della stan za, due piccole balaustre che chiudono idealmente questo ambien- te, e fuori di esse, a destra parallelo cioè al mare una altra costruzione che potrebbe avere carattere di esterno (2) ============ (1) N. 24350 foglio 26 Bibliot. Naz. di Parigi - (2) Il testo del manoscritto del lahelot fu pubbi. da 1. Darcier nelle "Memoires de las de la Sociéfe de l'histoire de Paris 1901 t. XXVIII p. 105.