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Testo, Oggetto 113

Lonzi Marta1991 - 1992

La Galleria Nazionale

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Roma, Italia

Testimonianze delle varie stesure, trascrizioni relative alla genesi del testo; corrispondenza professionale con Angela De Carlo.

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  • Titolo: Testo, Oggetto 113
  • Creatore: Lonzi Marta
  • Data di creazione: 1991 - 1992
  • Trascrizione:
    Centre d'Etudes Saint Louis de France, Rome Bibliografia sulle Preziose Dictionnaire des Lettres Françaises (8.09 GRE U) Rambouillet (Mme de). Figlia unica di Jean de Vivonne marchese di Pisani, ambasciatore di Francia a Roma, Catherine de Vivonne nacque a Roma verso il 1588 e mori il 27 dicembre 1665. Sua madre Giulia Savelli era una gran dama romana. Catherine era italiana e fu naturalizzata francese par lettre di Henry IV, nel 1594. Giovanissima sposò par contrat il 27 febbraio 1600 Charles d'Angernes che divenne Marchese di Rambouillet nel 1611, spendaccione e con debiti progressivi. La marchesa, occhi neri, graziosa e caragione fresca. Molti contemporanei l'hanno detta bella. Fine, artista, si compiaceva delle belle cose. Parlava italiano e spagnolo; voleva, ma non poteva, leggere Virgilio senza l'aiuto di traduzioni. Interessata di storia romana di cui si informava da Guez de Balzac. Molto amata, "la grande Marquise" dai suoi, si mostrava liberale. Con un fondo di malinconia aggravata dall'età e di cui testimonia l'epitaffio che si redasse lei stessa, voleva che attorno a lei regnasse l'enjouement, da qui il suo attaccamento a Voiture. Teneva a far piacere, per certuni era "un po' troppo complimento- sa". Pia senza ostentazione, aveva una perfetta dignità di vita. Malherbe, che la chiamò Arthénice, anagramma di Catherine, cercò di piacerle, ma era balbuziente, così le scriveva. Ma perse il suo tempo. Come diceva Voiture, non c'era stata dama che ebbe "si bien entendu la galan- terie, ni si mal entendu les galants". La marchesa preferiva domare (dompter) i suoi innamorati, che cedere loro. Chapelain assicura che essa "n'avait santé que de l'esprit, vivant du reste une vie fort languissante", "les galanteries de l'hôtel Rambouillet ne se font toujours que pour divertir Arthénice, qui en a toujours grand besoin".
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