Thea Djordjadze
Nata a Tbilisi, Georgia, nel 1971.
Vive e lavora a Berlino, Germania.
Sul crocevia fra design e scultura, fra urbano e domestico, e attingendo a diverse influenze culturali, Thea Djordjadze costruisce le proprie installazioni intorno a una serie di dialoghi e tensioni fra materiale, forma e antiforma, colore e spazio. Come un pittore, lavora deliberatamente e spontaneamente per comporre le masse formali e cromatiche sulla superficie di uno spazio. Fragilità e poesia, riflesse nei titoli delle sue opere (come Tickle the Sketch o Blue Dirt, entrambe del 2012), sfidano l’utilizzo di materiali grezzi e comuni, come metallo, gesso, vetro, schiuma sintetica, linoleum e tessuto. Così facendo, l’artista mette in dubbio l’essenza stessa di scultura, architettura e oggetto. Lavorando in situ riesce ad apporre il marchio della propria presenza grazie all’approccio intuitivo e performativo nel disporre gli elementi negli spazi riservati alle sue installazioni. Dopo aver studiato arte in Georgia, Djordjadze ha proseguito la sua formazione presso la Gerrit Rietveld Academie di Amsterdam e la Kunstakademie Dusseldorf (principalmente con Rosemarie Trockel). Integrando le proprie conoscenze dell’architettura post-sovietica con lo studio del modernismo e del minimalismo, e grazie al suo modo di lavorare organico e pratico, l’artista gioca su questioni di equilibrio e di assemblaggio precario e le lascia irrisolte. Alla Biennale di Venezia: All the World’s Futures, Djordjadze presenta un’installazione formata da superfici di vetro e di metallo, posizionate come se la loro stabilità dipendesse da uno stato di sospensione temporanea, dimostrando ancora una volta la transitorietà di tutte le cose.