Il bronzo, a grandezza naturale, rappresenta uno dei tanti momenti di studio per la realizzazione del monumento funerario di Lina Maghenzani, madre dello scrittore Giovannino Guareschi, sepolta a Marore, frazione di Parma, nel 1952. Il bambino ha un espressione non piangente, ma sta scoprendo una realtà per lui nuova e difficile da capire: quella della morte. A Froni piaceva lavorare dal vivo, cioè ispirandosi a modelli veri: scelse un bimbo, suo vicino di casa, che aveva abbondonato gli studi, perchè bocciato più volte, e che veniva chiamato Gramigna. Realizzò, modellandolo in creta, sia il volto del bambino "ultimo della classe" che uno, d'invenzione, di un "primo della classe". Li sottopose entrambi al giudizio di Guareschi, il quale sembrò, in un primo momento in disaccordo con la soluzione di Froni, che suggeriva la scelta del volto del bimbo monello. Poco tempo dopo, Giovannino gli disse, recandosi personalmente a casa di Froni: "hai vinto tu e via libera per Gramigna sulla tomba di mia Madre".
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