Eseguita probabilmente verso la fine del secondo decennio del Cinquecento, questa tavola risente del segno profondo che L’ultima cena di Leonardo lasciò nel Bramantino, come testimonia l’impostazione monumentale dell’opera. Il dipinto è assai interessante anche dal punto di vista simbolico: la Madonna in trono è raffigurata con il Bambino sulle ginocchia, nell’atto di consegnare una palma stilizzata a sant’Ambrogio, riconoscibile per la mitria ai suoi piedi e per lo staffile appoggiato sul trono, come premio per aver sconfitto l’arianesimo, simboleggiato dal cadavere di Ario, rappresentato in un ardito scorto ai piedi del presule milanese, con gli scritti e l’azione pastorale; sulla destra san Michele arcangelo, i cui segni iconografici, la stadera e la spada, poggiano rispettivamente sul trono e sulla predella, consegna l’animula, simbolo di un defunto, al Bambino Gesù; ai suoi piedi, la rana che giace morta sul suo dorso simboleggia il maligno sconfitto.