Questo splendido tondo di Sandro Botticelli, eseguito a punta di pennello con una attenzione miniaturistica, propone un tema religioso apparentemente convenzionale (la Madonna con il Bambino), ma in realtà carico di simbologie. Già la stessa tenda, o “padiglione”, è uno dei simboli biblici più importanti sia nell’Antico Testamento (la “tenda del convegno” come luogo della presenza di Dio), sia nel Nuovo Testamento (nel vangelo di Giovanni, per sintetizzare il mistero dell’incarnazione, si legge: «E il Verbo si è fatto carne e “ha posto la sua tenda” in mezzo a noi»). I due angeli che aprono la “tenda” svelano dunque il mistero dell’incarnazione: il Figlio di Dio che si è fatto bambino ed è nato dalla Vergine Madre. In una scena molto animata un altro angelo conduce il piccolo Gesù verso la Madre, che, con un gesto abbastanza consueto nell’iconografia mariana medioevale, si preme il seno da cui sgorga uno zampillo di latte, quasi a voler rappresentare l’amore oblativo della maternità. Al di sopra del Bambino e della mano destra della Vergine, appoggiato su un cuscino, si nota un libro aperto: è la Bibbia, la Parola di Dio scritta su pagine, che è presente nella persona viva di Gesù, il Verbo (Verbo = Parola) che si è fatto carne e “ha posto la sua tenda” tra gli uomini. Va anche notato che l’apertura del padiglione svela sullo sfondo, al di là del parapetto, un dolcissimo paesaggio: è il mistero della Creazione, da leggersi in relazione al mistero della Redenzione, che a sua volta trova nella nascita del Figlio di Dio il proprio compimento. Infine, in primo piano, spicca un vaso di gigli: se qualcuno ha voluto leggervi un’allusione a Firenze (di cui il giglio è emblema), si deve ricordare anche il significato religioso di questo fiore, simbolo dell’innocenza, della castità e della purezza d’animo.