Di origine piemontese, Ettore Beraldini (1887-1965) si trasferisce in giovane età a Verona dove studia all'Accademia Cignaroli sotto la guida del maestro Alfredo Savini. La sua produzione si orienta fin dagli esordi verso una narrazione verista della quotidianità degli "ultimi", degli anziani e dei bambini. È negli ospizi e nei manicomi che l'artista studia i soggetti tormentati delle sue tele: i temi affrontati (malattia, pazzia, emarginazione sociale e orrori della guerra) lo avvicinano all'Espressionismo tedesco, di cui riprende anche un segno pittorico carico di intensità emotiva. In "I vecchi", dipinto esposto alla Biennale di Venezia nel 1912, l'artista riflette sul tema della vecchiaia e mostra di aderire all'interpretazione simbolista del maestro Savini. Discostandosi nettamente dalla pittura veneta allora in voga, opta per una tavolozza fredda e una stesura priva di quelle brillantezze che caratterizzano la pittura di genere.
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