"Per me si va fra la perduta gente" è il verso tratto dal canto III dell'Inferno dantesco che lo scultore pone alla base de "L'orgia", realizzata nella città di Firenze. Una figura femminile nuda dorme abbandonata su un canapè con una mano abbandonata su una brocca e un piede che calpesta il Vangelo. Ai piedi della poltrona giacciono vari elementi dal simbolico significato: un teschio, un serpente, una lampada a olio e un pipistrello. All'epoca l'opera destò molte critiche e perplessità a causa della forte connotazione anti-religiosa e per via dell'immoralità del nudo femminile trasudante sensualità e seduzione. Torquato della Torre concepisce l'opera sia come allegoria morale che come spettacolo dalla forte connotazione erotica, ispirandosi a Dante per creare un'immagine fortemente originale. "L'orgia" racchiude in sé una serie di significati allusivi connessi strettamente agli sviluppi di quei linguaggi metaforici che si impongono nell'arte risorgimentale, elaborando il tema dell'amore e della morte, del cambiamento e della rinascita, e si fa metafora, anche attraverso la citazione del padre della patria Dante, degli ideali risorgimentali di indipendenza e identità nazionale.
Visual arts: ti interessa?
Ricevi aggiornamenti con il tuo Culture Weekly personalizzato
Ecco fatto
Il tuo primo Culture Weekly arriverà questa settimana.