Il ritratto raffigura il quarto duca di Parma e Piacenza, Ranuccio (Parma, 1569-1622) all’età di circa quarant’anni, stempiato, con barba e baffi, sontuosamente abbigliato con calza-braga gialla e abito da grande parata minuziosamente decorato e ricamato con gigli e stelle d’oro e trapuntato di perle disposte in doppia fila, con ampia gorgiera bianca. Sopra l’abito indossa l’armatura da parata intarsiata in oro con al centro un cartiglio con la scritta «volat» (il tempo fugge), appartenuta al padre, ora conservata al Museo di Capodimonte. Intorno al collo porta una grossa catena d’oro con vello dorato: il Toson d’oro, onorificenza militare che gli venne accordata dal re di Spagna, Filippo III, nel 1601. Il braccio sinistro è appoggiato sull’elsa di una spada legata intorno alla vita, quello destro appoggia su guanti sistemati su un ripiano, su cui è anche un elmo ageminato in oro, con piume rosse e bianche. Il dipinto è il pendant del ritratto della moglie, Margherita Aldobrandini, raro esempio di ritratti sovrani in coppia. Anche la duchessa ha un prezioso abito, caricato di ricami e gioielli, ma vestita a lutto. La foggia dei due personaggi, la moda degli abiti e la scelta di tanta ostentazione suggeriscono che i due ritratti siano stati eseguiti dopo la morte del Duca, avvenuta nel 1622, e destinati a celebrare un avvenimento politico importante, forse proprio il matrimonio del figlio Odoardo con Margherita de’ Medici nel 1628.