Questa giovane Europa, insieme a Venere e Adone, Io baciata da Giove e Danae e la pioggia d’oro del 1829 esposti qui accanto, fa parte di un ciclo destinato probabilmente a decorare una camera da letto con soggetti legati ai mitici amori degli dei. La fanciulla rivolge lo sguardo impaurito verso le disperate compagne rimaste sulla riva e tiene con la sinistra il corno del bianchissimo toro, dietro cui si cela Giove in una delle sue tante metamorfosi. Ritrae le gambe dai flutti mentre la veste, rigonfiata dal vento, è trattenuta da un Amorino. Rispetto alle altre opere di questa serie mitografica, il Ratto d’Europa è l’unica ad allontanarsi dal tema della grazia per dare risalto al terrore del rapimento. Tuttavia le limpide campiture cromatiche delle acque e del cielo e il poetico bagliore sulla linea dell’orizzonte addolciscono il clima dell’intera composizione.