Quando alla metà degli anni Ottanta del secolo scorso fu affidato a Giulio Ometto il compito di ristrutturare alcuni ambienti della villa, la scelta fu quella di ispirarsi al gusto del noto antiquario Pietro Accorsi, presso il quale Ometto si era formato. È questo il caso del salone rettangolare, che, con l’adiacente salotto circolare, ripropone uno degli ambienti che Accorsi prima e Ometto poi allestirono nella casa-museo di via Po a Torino, l’attuale Fondazione Accorsi-Ometto. Si tratta del salotto Luigi XVI, che, nei tessuti, nella tappezzeria, nel disegno della boiserie e nel motivo dell’arco che separa gli ambienti, sembra riproporsi nella villa rivolese. Tra le differenze più significative vi è senz’altro l’eclettismo e l’alta qualità delle opere conservate nella sala: non ritroviamo infatti l’uniformità di gusto che connota il salotto Accorsi, ma la tipica varietà di stili ed epoche che caratterizza, invece, la collezione di Cerruti.