L'opera, acquistata per la Galleria d'Arte Moderna di Palermo all'VIII Biennale di Venezia del 1909, è considerata uno dei capolavori del Simbolismo. L’opera, il cui tema si ispira al contrasto tra Bene e il Male, raffigura un'ammaliante donna, dal volto in ombra e lo sguardo sicuro di sé, dal candido nudo corpo che si apre alla vista dell'osservatore attraverso la folta e bruna capigliatura – avvolta a sua volta da un sinuoso serpente. L'artista, esponente della secessione monacense, si interessò a questo soggetto sin dal 1891, tanto che dell’opera si contano undici versioni.