The Sinthome Score

Dora Garcia
Nata a Valladolid, Spagna, nel 1965.
Vive e lavora a Barcellona, Spagna.

Le storie, performance e canovacci di Dora Garcia, contrassegnati da un copione sommario e da un finale aperto, indagano quale impatto la lingua, la letteratura, la traduzione e l’inconscio abbiano sulla formazione sociale dell’identità. Le sue opere girano intorno a un’incessante negoziazione tra autore e lettore, tra attore e pubblico. In un’intervista online su “initiArt Magazine” (2011), Garcia ha definito il nucleo della propria arte una “ricerca sulla negoziazione [...] tra colui che parla e colui che ascolta”. La sua Beggar’s Opera (2007), basata sul personaggio di Filch dell’omonima commedia di John Gay del 1728 e sull’Opera da tre soldi (1928) di Bertolt Brecht, interferiva con i partecipanti (talvolta inconsapevoli) nello sconfinato spazio della città di Munster in Germania, contraddicendone le attese. The Inadequate, progetto ideato per il Padiglione della Spagna alla Biennale di Venezia del 2011, generava una performance di sei mesi incentrata sul concetto di inadeguatezza, disadattamento e inidoneità.
Nell’ultima iterazione della sua opera concettuale The Sinthome Score (2013-2014), presentata per la prima volta nel 2013 alla KUB Arena del Kunsthaus Bregenz, Garcia trasforma ora i ruoli di oratore e ascoltatore in quelli di lettore e danzatore. La partitura, in questo caso, si basa su una traduzione “non ufficiale” in inglese del seminario XXIII di Jacques Lacan, Le Sinthome (1975-1976), una serie di dieci lezioni che attingevano agli scritti di James Joyce per approfondire il concetto di lingua e di inconscio, oltre che per riconsiderare il nodo borromeo. L’opera dell’artista è accompagnata da dieci serie di movimenti, uno per ogni lezione. Due interpreti stabiliscono il ritmo, la cadenza e la velocità della performance, che va avanti ininterrottamente nelle ore di apertura della Biennale 2015. La partitura e la notazione coreografica di Garcia sollecitano l’aggiunta di nuovi partecipanti, di casuali balbettii del corpo e di lapsus linguae. È lasciata al visitatore la liberta di scegliere se, come e quando entrare nella conversazione.