La facciata del Teatro alla Scala nel 1852

Il famoso dipinto di Angelo Inganni (1807-1880) mostra la Scala illuminata dal sole e affacciata su una via stretta. Siamo ancora nel 1852 e solo sei anni dopo verrà ricavata la piazza davanti alTeatro. Forse proprio per quel motivo nel 1778 il Teatro non piacque a tutti. Pietro Verri scrisse in una lettera: “La facciata del nuovo teatro è bellissima in carta, e mi ha pure sorpreso quando la vidi prima che si mettesse mano alla fabbrica, ma ora quasi mi dispiace”.
Nel 1858 vennero demolite le modeste case che soffocavano il Teatro e fu creata la piazza attuale, chiamata all’inizio “del Teatro” e solo tempo dopo “della Scala”.
È questo il quadro che più di ogni altro simboleggia le nostre collezioni, la Scala come l’hanno vista i grandi operisti
dell’Ottocento: Rossini, Donizetti, Bellini e il giovane Verdi. Il dipinto è firmato e datato “Dal vero Angelo Inganni
fece 1852”. Il quadro, donato al Museo da Lorenzo Lorenzetti, è in realtà la seconda redazione di uno precedente, esposto a Brera nel 1851, che è poi andato perduto. Una curiosità: il pittore, nel 1827, è chiamato alle armi nel battaglione Cacciatori a Milano, dove viene notato come artista dal maresciallo Radetzky.
Un ritratto del celebre militare, che fu comandante dell’esercito austriaco durante la Prima guerra d’Indipendenza, gli fruttò la dispensa dal servizio militare e l'iscrizione all'Accademia di Brera nel 1833.